Migliaia di zibellini neri rischiano di morire di fame nei prossimi giorni in Russia, a causa della crisi del più prestigioso allevamento del Paese: il «Pushkinskij» nei pressi di Mosca, una fabbrica fondata sotto Stalin nel 1928.
Il Pushkinskij era il più noto e grande dell’Unione sovietica e vi si allevano ancora, oltre ai pregiati zibellini neri, anche visoni, volpi polari, procioni e perfino puzzole. Ad essere in pericolo per scarsità di mangime sono anche questi zibellini dal lucido manto nero: l’azienda ha accumulato debiti per 130 milioni di rubli, quasi 4,5 milioni di euro, che crescono al ritmo di 9 milioni di rubli al mese a fronte di utili per solo un milione. Manca il credito bancario, e beni immobili su cui far leva per ottenerne.
Se entro una settimana non si troverà una soluzione, sarà necessario sospendere la somministrazione di mangime già razionato, e dopo poco inizierà la morte in massa degli animali, già avvenuta per una precedente crisi finanziaria. L’allevamento Pushkinskij,come molte altre aziende divenne vittima di speculazioni finanziarie nel biennio 2003-2004, con raider interessati a lucrare piuttosto che a produrre, innescando la spirale di gestioni discontinue (nell’ultimo decennio è stato cambiato un direttore all’anno) e contrazione della produzione (da 500 mila a 22 mila animali, di cui adesso solo 7.500 zibellini). Ora, in linea con la tendenza russa a cercare la soluzione dei problemi attraverso l’intervento di un “potente”, i dipendenti e gli abitanti della cittadina vicina all’allevamento hanno rinvolto un appello al presidente russo Dimitri Medvedev che però si è limitato a girare la supplica al ministero dell’Agricoltura il primo marzo. La normativa impone che il ministero risponda entro un mese: gli affamati non riusciranno a sopravvivere.
20/3/2011 – lastampa.it