La Grecia ha fatto peggio, ma a Spagna e Portogallo è andata meglio. Male la produttività tricolore, in calo dello 0,5% medio annuo dal 1999. In Italia “la forte recessione è stata accompagnata da un periodo senza precedenti di calo dei salari reali”. E’ quanto rileva il Rapporto globale sui salari dell’International labour office (Ilo), da cui emerge anche – d’altro canto – che la Penisola è l’unico tra i maggiori Paesi industrializzati a segnare un calo della produttività tra il 1999 e il 2013.
In base al rapporto, in Italia l’indice dei salari è calato nel 2012 e nel 2013 a 94,3 dalla base 100 del 2007, passando per il 97,2 del 2011 e il 99,1 del 2010. E’ l’andamento peggiore tra i principali Stati, esclusa la Gran Bretagna dove l’indice è diminuito al 92,9.
Sotto la soglia di 100 si trova anche il Giappone (98,7), mentre sono oltre tale livello la Germania (102,7), la Francia (102,3), gli Stati Uniti (101,4), il Canada e l’Australia (108,9). Tra i paesi Europei la maglia nera va alla Grecia, scesa nel 2013 a 75,8. La Spagna mostra una flessione inferiore all’Italia a 96,8 e il Portogallo registra addirittura un aumento (103,4).
Sul fronte della produttività, i dati dell’Ilo assegnano all’Italia una flessione dello 0,5% medio annuo nel periodo 1999-2013. E’ l’unico segno meno tra i grandi paesi e si confronta con il +0,6% tedesco, il +0,3% francese, il +0,5% della Spagna, il +1,1% della Gran Bretagna e il +1% degli Usa.
Nel periodo, i compensi reali in Italia sono diminuiti dello 0,5% medio annuo (deflazionati sulla base dell’indice dei prezzi al consumo), così come sono calati dello 0,3% in Germania (ma +0,4% in base al deflatore del Pil) e dello 0,5% in Spagna, dove però è aumentata la produttività.
Anche in Giappone e negli Stati Uniti, tra il 1999 e il 2013, la crescita della produttività del lavoro è stata superiore all’aumento dei salari. Nei Paesi sviluppati l’indicatore della produttività è salito a 117 nel 2013 dal 100 del 1999, mentre per i salari reali l’aumento è stato al 106.
A livello globale, infine, il rapporto segnala che l’aumento dei salari reali è rallentato nuovamente nel 2013, segnando +2% dopo il +2,2% del 2012 e restando quindi ancora al di sotto dei livelli pre-crisi che erano del 3% circa nel 2006-2007. Come negli anni precedenti, l’incremento è stato trainato dalle economie emergenti e in via di sviluppo dove i salari reali aumentano dal 2007, in alcuni casi rapidamente. In effetti la maggior parte dell’aumento globale è legato alla Cina, sia per le dimensioni della sua economia sia per la forte crescita dei salari. Escludendo la Cina, la crescita dei salari reali nel mondo praticamente dimezza, passando dal 2% all’1,1% nel 2013 e dal 2,2% all’1,3% nel 2012
Repubblica – 5 dicembre 2014