Secondo una ricerca svolta presso l’Università di Cambridge, pubblicata la scorsa settimana sulla rivista PLoS Pathogens, i vaccini contro la Salmonella che utilizzano una forma viva, ma indebolita, dei batteri sono più efficaci di quelli che utilizzano solo frammenti inerti, a causa del modo particolare in cui stimolano il sistema immunitario,
I ricercatori, finanziati dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council, hanno utilizzato una nuova tecnica da loro sviluppata: diverse popolazioni di batteri, ognuno dei quali singolarmente etichettato con una sequenza unica di DNA, sono state somministrate allo stesso ospite (in questo caso, un topo). Questo ha permesso ai ricercatori di monitorare come, ogni popolazione batterica, si è replicata e come si è difesa, o come è stata uccisa, dal sistema immunitario. In combinazione con la modellazione matematica, questo metodo fornisce un potente strumento per studiare le infezioni all’interno dell’ospite.
“Abbiamo efficacemente abbinato ai batteri un “barcode” per vedere in quale parte del corpo si sono diretti e come se la sono cavata contro il sistema immunitario” ha spiegato il dottor Pietro Mastroeni del Dipartimento di Medicina Veterinaria presso l’Università di Cambridge, che ha condotto lo studio “Questo ci ha fornito alcune importanti intuizioni sul perché alcuni vaccini sono più efficaci di altri”.
Il team di ricerca multidisciplinare ha usato la nuova tecnica per esaminare l’efficacia dei vaccini contro il batterio della Salmonella enterica, che provoca malattie nell’uomo e negli animali in tutto il mondo. Le attuali misure di lotta contro le infezioni da S. enterica sono limitate e l’emergere di ceppi multiresistenti ha ridotto l’utilità di molti antibiotici. La vaccinazione rimane il mezzo più praticabile per contrastare le infezioni da S. enterica.
Ci sono due classi principali di vaccini: i vaccini vivi attenuati e i vaccini inerti. I primi usano una forma indebolita di batteri, o di virus, per stimolare una risposta immunitaria; tuttavia l’agente patogeno indebolito può diventare più virulento quando viene utilizzato in pazienti con un sistema immunitario compromesso, come le persone affette da HIV, malaria o TB. I vaccini inerti, dal canto loro, sono più sicuri dato che di solito usano batteri o virus inattivi, o loro frammenti, ma sono spesso meno efficaci. Entrambi i vaccini funzionano stimolando il sistema immunitario a riconoscere un particolare batterio o virus, e ad avviare la lotta in caso di infezione futura.
Usando la loro nuova tecnica, Mastroeni e colleghi hanno dimostrato che i vaccini vivi di Salmonella migliorano la capacità del sistema immunitario di evitare che i batteri si replichino e si diffondano ad altri organi. Possono anche prevenire la diffusione dei batteri nel sangue, che provocano una condizione nota come batteriemia.
I ricercatori hanno anche scoperto che la risposta anticorpale indotta dai vaccini vivi aumenta la capacità delle cellule immunitarie, conosciute come fagociti, di uccidere i batteri nelle primissime fasi dell’infezione, e che un ulteriore tipo di cellula immunitaria, nota come il T-cell, ancora una volta stimolata dalla vaccino vivo, è un elemento importante per il controllo e l’eliminazione dei batteri dal sangue e dai tessuti. Se invece il vaccino inerte è in grado di aumentare la risposta dei fagociti attraverso la produzione di anticorpi, non stimola però una forma di protezione delle T-cell, non è in grado di prevenire la crescita batterica successiva negli organi infetti o lo sviluppo di batteriemia, e non riesce a controllare la diffusione dei batteri nel corpo.
Chris Coward, primo autore dello studio, ha spiegato che il team di ricerca ha “utilizzato una collaborazione tra scienza sperimentale e modellazione matematica per esaminare come i vaccini aiutano il sistema immunitario a controllare l’infezione. Abbiamo scoperto che, per le infezioni da Salmonella, la risposta immunitaria indotta da un vaccino inerte elimina inizialmente una parte dei batteri invasori, ma i batteri sopravvissuti riescono a replicarsi inducendo la malattia. Il vaccino vivo, invece, appare superiore perché induce una risposta che uccide i batteri e frena la loro crescita, portando quindi all’eliminazione dell’infezione”.
Il Dottor Mastroeni ha aggiunto che esiste “una grande spinta verso l’uso di vaccini inerti, che sono più sicuri, soprattutto nelle persone con sistema immunitario compromesso, e molte delle infezioni da Salmonella sono più diffuse e pericolose proprio nei paesi in cui sono ricorrenti malattie come l’HIV, la malaria e la tubercolosi. Ma la nostra ricerca dimostra che, contro la Salmonella, i vaccini inerti possono essere utilizzati solo limitatamente e non sono efficaci quanto quelli vivi. Pertanto sono necessari ulteriori sforzi per migliorare la formulazione e la consegna di vaccini inerti se questi devono essere ampiamente ed efficacemente utilizzati per combattere le infezioni batteriche sistemiche. Abbiamo usato le infezioni da Salmonella come modello, ma il nostro approccio di ricerca può essere esteso a molti agenti patogeni, sia degli esseri umani che degli animali domestici”.
Fonte The Poultry Site – 24 settembre 2014