Durante la riunione programmata per i prossimi 23 e 24 gennaio i membri del Parlamento europeo chiederanno alla Commissione che venga vietato l’utilizzo dei pesticidi neonicotinoidi che alcuni studi avrebbero collegato alla morte delle api. L’eurodeputato britannico Chris Davies attraverso una interpellanza all’Environment, Public Health and Food Safety (Envi) chiede se “Alla luce delle più recenti ricerche scientifiche la Commissione non ritenga opportuno vietare i neonicotinoidi come misura precauzionale per tutelare la popolazione delle api”. La Commissione europea aveva chiesto all’Efsa la valutazione sui rischi per le api connessi all’impiego di tre tipi neonicotinoidi (clothianidina, imidacloprid e tiamethoxam).
Rischi nel trattamento delle sementi o sottoforma di granuli, con particolare riguardo agli effetti acuti e cronici sulla sopravvivenza e sullo sviluppo delle colonie di api, degli effetti sulle larve e sul comportamento delle api e ai rischi associati a dosi sub-letali delle tre sostanze.
Il parere degli esperti scientifici Efsa sui prodotti fitosanitari e i loro residui (PPR) è stato pubblicato mercoledì sul sito dell’Authority.
«Le conclusioni sono molto chiare e, diciamo, inquietanti, sugli effetti che potrebbero avere questi prodotti sul nettare, sul polline e sull’acqua che esce dalle piante». Così Fréderic Vincent, portavoce del commissario europeo per la Salute, Tonio Borg, ha commentato le conclusioni scientifiche – anche se ancora non complete – dell’Efsa, secondo cui i residui di alcuni neonicotinoidi potrebbero rappresentare un rischio per le api.
Si tratta, in particolare, delle valutazioni compiute dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare sui rischi connessi all’impiego di clothianidina, imidacloprid e tiamethoxam nel trattamento delle sementi o sotto forma di granuli.
L’attenzione degli scienziati si è concentrata su tre principali vie di esposizione: tramite residui presenti in nettare e polline dei fiori delle piante trattate, tramite polvere prodotta durante la semina di sementi conciate o l’utilizzo di granuli e tramite residui presenti nel liquido di guttazione, ossia le goccioline d’umidità emesse per essudazione dalle foglie delle piante trattate.
Le conclusioni dell’Efsa
Partendo dal presupposto che il parere, sotto diversi aspetti, è ancora incompleto “per insufficienza di dati”, nei casi in cui è stato possibile portare a termine le valutazioni per tutte e tre le sostanze, queste sono state le conclusioni:
– in caso di esposizione tramite polline e nettare sono stati ritenuti accettabili solo gli usi su colture non appetibili per le api;
– in caso di esposizione tramite polvere: è stato segnalato, o non è stato possibile escludere, un rischio per le api da miele, con alcune eccezioni, come ad esempio l’uso sulla barbabietola da zucchero e su colture in serra e l’uso di determinati granuli;
– in caso di esposizione tramite guttazione: l’unica valutazione del rischio che è stato possibile completare è stata quella sul granoturco trattato con tiamethoxam. In questo caso gli studi sul campo evidenziano un effetto acuto sulle api da miele esposte alla sostanza attraverso il liquido di guttazione, ossia le goccioline d’umidità emesse per essudazione dalle foglie delle piante.
“Nell’immediato – ha spiegato Vincent – la Commissione Ue scriverà alle società produttrici, Syngenta e Bayer, che avranno tempo fino al 25 gennaio per reagire al parere dell’Efsa”. Bruxelles, inoltre, intende portare la questione il prossimo 31 gennaio all’esame del Comitato permanente della sicurezza alimentare dove sono presenti i rappresentanti dei 27 Stati membri.
18 gennaio 2013 – riproduzione riservata