Reparti senza primario e reparti «in forte sofferenza per la carenza di medici». A tracciare la mappa dei deficit all’ospedale San Bortolo di Vicenza è il sindacato dei medici Anaao: «La Regione intervenga» incalza Annalisa Zanon, segretario vicentino. «Non accetteremo rappresaglie verso i medici di Oncologia, le carenze di organico sono tali da anni» aggiunge il vicesegretario Roberto Nicolin.
Il riferimento va al caso delle visite post-operatorie di oncologia sospese, per il quale la Regione ha inviato nel reparto ispettori. La loro relazione è sul tavolo del direttore generale dell’Usl 6 Giovanni Pavesi.
Per i sindacalisti le difficoltà di organico sono diffuse. «Oltre a Oncologia ci sono almeno altri tre reparti senza primario: Ematologia, Medicina Generale e il laboratorio analisi del dipartimento urgenza ed emergenza». Secondo i due sindacalisti sono anche di più i reparti del San Bortolo dove c’è «forte sofferenza» perché i medici sono troppo pochi: Zanon e Nicolin citano Malattie Infettive, Chirurgia Generale, Medicina Generale, Ortopedia e Traumatologia, Pneuomologia, Neurochirurgia e, ovviamente, Oncologia. «Un reparto senza primario è un anello debole, e le carenze di organico non possono essere risolte da eccessi di ore di straordinario non pagate. Abbiamo tutti mediamente 200 ore a testa, all’anno, in più: ma ci sono colleghi che sono arrivati a 700 – insistono gli esponenti Anaao – confidiamo nei futuri tavoli con questa direzione generale per risolvere i problemi e ragionare anche sulla programmazione: serve un clima sereno, non punitivo». Sul tema degli straordinari interviene anche Luigi Dal Sasso, segretario veneto del sindacato dei medici ospedalieri Cimo. «È vergognoso che ci siano medici costretti a fare così tanto straordinario. Il problema di fondo è che un’azienda sanitaria viene considerata virtuosa solo se non supera il tetto di spesa: per questo i direttori generali non assumono».
L’indagine regionale è scattata a fine gennaio dopo una chiamata in diretta tivù al governatore Luca Zaia, da parte di una vicentina che lamentava la sospensione delle visite post-operatorie su pazienti oncologici guariti. È emerso che per le verifiche di questo tipo nel reparto c’era stato effettivamente uno stop. E per quanto accaduto la direttrice facente funzione del reparto Marcella Gulisano è stata convocata dalla commissione disciplinare dell’Usl 6 ai primi di marzo, mentre altri tre medici con ruoli dirigenziali – Ennio Cardone, Gilberto Bombace e Gianferruccio Dal Corno – sono stati spostati a diversi incarichi. «Non lasceremo sola la dottoressa Gulisano, è un medico molto in gamba che guida il reparto per tre anni come facente funzione. Con le difficoltà di organico che sappiamo – sottolineano Zanon e Nicolin – lì sono assegnati nove medici in tutto, ne servirebbero altri tre». Mentre Dal Sasso attacca il governatore: «Invece di dire “voglio il responsabile” e cercare i colpevoli, doveva cercare soluzioni: gli errori nella maggior parte dei casi derivano da una cattiva gestione. Sarebbe da chiedere ai vertici dell’Usl a che reparti erano destinati i 30 medici in più che l’ex dg Ermanno Angonese aveva chiesto a Venezia – conclude Dal Sasso – visto il numero, forse sono 15 i reparti in sofferenza». Secondo Giancarlo Puggioni, segretario vicentino della Fp Cgil, «mancano almeno 60 unità tra personale infermieristico ed operatore socio sanitario, mancano circa 15 medici e per far fronte alle necessità il personale è costretto a turni di servizio di 12 ore». Per l’esponente della Cgil «Zaia oltre a mandare gli ispettori altro non ha fatto, ma se la giunta regionale non sblocca le assunzioni, per la carenza di personale medico ed infermieristico» c’è «il rischio concreto di interruzione anche di altri servizi».
Andrea Alba – Il Corriere del Veneto – 17 febbraio 2016