«La legge prevede che si decida entro il 31 dicembre e quindi dico che tutti i giorni da qui al 31 dicembre sono buoni». Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se annuncerà domani, nella conferenza stampa di fine giunta, i nomi dei nuovi direttori generali delle aziende socio-sanitarie del Veneto. A Palazzo Balbi lo si dà per molto probabile. Alla vigilia di Natale è arrivata la conferma di Domenico Mantoan alla guida della sanità regionale. La Lega di Flavio Tosi ambiva a collocare un uomo di stretta fiducia in questa poltrona cruciale ma ha dovuto prendere atto della ferma volontà del governatore, spalleggiato nell’occasione dall’alleato pidiellino.
Meno indolori si annunciano le nomine dei 21 direttori generali delle aziende, previste in settimane. «Ho acquisito i dati, ho tre valige zeppe di curricula», fa sapere Zaia «ho ascoltato tutti, mi sono state fatte considerazioni umanamente concepibili, adesso mi ritiro per deliberare. Posso anticipare che la squadra dei direttori sarà cambiata e ringiovanita, faremo in modo che si integrino vecchi e nuovi».
E ancora: «Avrà un alto profilo di professionalità e di doti umane perché stiamo parlando non della produzione di bulloni ma della cura dei cittadini». Il puzzle, comunque, presenta già alcuni tasselli assestati.
A cominciare dalle Ulss principali. Con Claudio Dario che da Treviso si trasferisce alla guida dell’Azienda ospedaliera di Padova, subentrando ad Adriano Cestrone: quest’ultimo va in congedo per ragioni d’età, stante la regola che esclude da nuovi incarichi gli over 60; Dario, beniamino dei leghisti trevigiani, non ha perso tempo e ha già preso contatto con il rettore del Bo, Giuseppe Zaccaria. Ma chi occuperà la poltrona vacante nel capoluogo della Marca? Il favorito sembra Giuseppe Dal Ben direttore uscente di Adria (con l’interim di Chioggia, a conferma di un ruolo fiduciario) e già noto a Treviso dove ha diretto i servizi sociali dell’Ulss; il suo potenziale competitor è Francesco Benazzi, vicino al Pdl, che vanta ottimi risultati al timone dell’Alta Padovana: per lui – in alternativa – non è esclusa la destinazione di Vicenza, dove raccoglierebbe l’eredità dell’ultrasessantenne Antonio Alessandri.
A Venezia (dopo il tempestoso congedo di Antonio Padoan che prelude all’accorpamento direzionale di Chioggia) si profila l’ombra di Giancarlo Ruscitti, il predecessore di Mantoan in Regione: attualmente è amministratore delegato dei Camilliarini (l’ordine religioso che gestisce numerose case di riposo, in primis al Lido) e gode il sostegno del sindaco Orsoni, di Cl e dell’assessore regionale Chisso. Novità obbligata anche all’Ulss Veneto Orientale: l’uscente, Paolo Stocco, si è ritirato dalla corsa. A Belluno resterà in sella Fernando Antonio Compostella, così come Giusy Bonavina a Verona e Alessandro Dall’Ora a Bussolengo (entrambi sotto l’ala protettiva tosiana). L’elenco dei veterani potrebbe fermarsi qui, perché Zaia – pur tirato per la giacchetta da più parti, a cominciare dai partner dell’alleanza di centrodestra – mira a dare un forte segnale di discontinuità, privilegiando volti giovani, dotati di curriculum adeguato. L’obiettivo confidato allo staff di Palazzo Balbi è quello di rinnovare per metà i vertici aziendali, attingendo ai profili stilati dai “cacciatori di teste” dell’agenzia Praxi, che ha curato la selezione. Centrerà l’obiettivo? Lo sapremo presto.
Rupolo al Centro trapianti. Tra i dg il ritorno di Ruscitti
Sono ore decisive anche per la scelta della nuova tornata di direttori generali di 22 delle 24 aziende sanitarie: Sandro Caffi, guida dell’Azienda ospedaliera di Verona, e Pier Carlo Muzzio, a capo dell’Istituto oncologico veneto, rimangono dove sono, perchè designati da soli due anni. Gli altri potrebbero essere ufficializzati dal presidente Luca Zaia domani, dopo la giunta della mattina. Data per scontata a causa dell’età (65 anni compiuti) la pensione di Adriano Cestrone (ora dg di Azienda ospedaliera e Usl 16 di Padova) e Antonio Alessandri (Usl 6 di Vicenza), i nomi che suscitano maggiore curiosità sono quelli di Claudio Dario e soprattutto di Giancarlo Ruscitti.
Il primo è dato in arrivo all’Azienda ospedaliera della città del Santo, mentre il secondo, già segretario regionale della Sanità con Galan e attualmente amministratore delegato dei camilliani in Lombardia, è il più quotato per l’Usl 12 veneziana. Subentrerebbe al galaniano di ferro Antonio Padoan, che come il collega Paolo Stocco (Usl 10 di San Donà) non ha ripresentato domanda. Restando nel Veneziano, l’attuale «reggente» dell’Usl 14 di Chioggia nonchè manager dell’Usl 19 di Adria, Giuseppe Dal Ben, pare proiettato verso l’Usl 9 di Treviso, mentre per Vicenza sembrano giocarsela Valerio Alberti (ora all’Usl 3 di Bassano) e Bortolo Simoni (Usl 2 di Feltre). Addirittura tre candidati in lizza per l’Usl 16 di Padova: il direttore sanitario Daniele Donato, tecnicamente ineccepibile ma privo di tessera politica («neo» nell’ambito di una spartizione partitocratica tra Lega e Pdl), Renzo Alessi, oggi dg dell’Usl 5 di Arzignano, e Francesco Benazzi, uscente dal primo mandato all’Usl 15 di Cittadella, dove il Carroccio preferirebbe piazzare uno dei suoi.
E a proposito di Lega, in terra veronese è considerata incrollabile la leadership di Maria Giuseppina Bonavina all’Usl 20 capoluogo, così come buone chances vengono riconosciute al collega Alessandro Dall’Ora, che ha riportato in attivo l’Usl 22 di Bussolengo dopo anni di rosso ma soprattutto è uomo fidato del potente sindaco scaligero Flavio Tosi. Potrebbero prolungare l’esperienza pure Daniela Carraro (Usl 22 di Legnago), benchè fedelissima di Galan, e Antonio Compostella, altro dirigente in quota Lega fresco di nomina all’Usl 1 di Belluno, così come ha ben figurato Giovanni Pavesi all’Usl 17 di Este. In bilico, sempre per l’età (60 anni) Ermanno Angonese (Thiene), Renato Mason (Asolo) e Arturo Orsini (Mirano), l’unico in quota Pd.
Qui Treviso. Nomine Usl, Ruberti fra i papabili
«Benazzi non si tocca, deve restare alla guida dell’Usl 15 dell’Alta Padovana». Cittadella e Camposampiero alleate, negli ultimi giorni: si sono mobilitate per bloccare il trasferimento di Francesco Benazzi alla guida dell’Usl 9, come successore di Claudio Dario. Un piano che il Pdl aveva preparato con cura, sotto l’albero, mettendo sul piatto anche una lista di appoggio alla lega e Gentilini alle prossime amministrative, con gli esponenti del Pdl vicini a Benazzi, anima del club Ricerca. Ma nell’Alta Padovana non ci vogliono sentire. E così sono partite le pressioni, nei giorni della vigilia, sul governatore Zaia, perché non faccia partire Benazzi verso Treviso. Tutto deciso, allora? L’ultima parola spetta sempre al governatore Zaia.Certo che Giuseppe Dal Ben, oggi, è tornato in testa nel duello, e c’è persino chi giura di averlo visto in questi giorni a Treviso. Cresciuto alla scuola di Dario (in procinto di andare verso Padova), Dal Ben ha sempre dalla sua la grande conoscenza della macchina trevigiana; e tutti parlano bene di lui, non solo negli ambienti medici e sociosanitari, ma anche politici. Lega in primis. Intanto, crescono le quotazioni di Ruberti, direttore amministrativo. Sembra che nei colloqui con gli uomini della Praxi, i cacciatori di teste che hanno condotto i colloqui per il governatore, sua stato molto brillante. I bene informati dicono che potrebbe spettargli la direzione di una Usl di rilievo (Castelfranco o Conegliano?). In lizza è per una poltrona di direttore generale anche Pier Paolo Faronato, attuale direttore sanitario dell’Usl 9.
Qui Vicenza. In quattro si contendono il San Bortolo
A contendersi l’ambita poltrona di direttore generale dell’Ulss 6 sarebbero in quattro. I più gettonati a succedere ad Antonio Alessandri, che lascia Vicenza dopo 10 anni per aver superato la fatidica soglia dei 65 anni posta come limite invalicabile dal nuovo Piano regionale socio-sanitario, sono Giovanni Pavesi, attuale dg dell’Ulss 17 di Este, e Bortolo Simoni, dg uscente dell’Ulss 2 di Feltre. Subito dopo, nella scala delle preferenze, c’è Valerio Alberti, oggi dg all’Ulss 3 di Bassano. Un po’ più a distanza Renzo Alessi, che sta chiudendo il suo mandato all’Ulss 5 di Arzignano.
Ferve il toto-nomine. Mancano 48 ore all’ora “x”. Il governatore Luca Zaia ha promesso che venerdì darà la lista dei nuovi dg, i primi dell’era post-Galan, pescando nelle tre valigie di curricula passategli dai “tagliatori di teste” della Praxi, i quali hanno avuto il compito non di selezionare i papabili ma di mettere in ordine le 286 domande. La ricerca dei nomi dei manager che guideranno le 22 aziende sanitarie venete (mancano nel conto due caselle, visto che Sandro Caffi dell’azienda ospedaliera di Verona e Pier Carlo Muzzio dello Iov andranno in scadenza il 31 dicembre del 2014) si fa sempre più stringente.
Zaia ha spiegato che la squadra dei direttori verrà ringiovanita, che opterà per una formula di integrazione fra vecchi e nuovi, che conteranno molto professionalità e spessore umano. E le candidature che si fanno per Vicenza rispondono tutte a questi requisiti. Pavesi, 61 anni, veronese, economista laureato alla Bocconi, sta completando il suo primo mandato. Ha lavorato in varie aziende, soprattutto a Milano, anche all’Agip, prima che a capodanno del 2008 l’ex presidente Galan lo inserisse nella sua squadra per insediarlo all’Ulss 17, dove ha vissuto 5 intensi anni con l’obiettivo di realizzare il nuovo ospedale. Un’impresa non da poco. Pavesi ha dovuto espropriare un’area di 250 mila metri quadrati per costruire, a metà strada fra Este e Monselice, un ospedale disegnato dall’architetto francese Aymeric Zublena dal profilo orizzontale che rappresenta una svolta concettuale rivoluzionaria rispetto agli schemi tradizionali. L’inaugurazione è prevista per la seconda metà del 2013, e la meta quasi raggiunta dopo un percorso non semplice può rappresentare una forte credenziale per il salto di qualità nell’ULss 6.
La carriera sanitaria di Simoni, 58 anni, medico, nato a Transacqua in provincia di Trento, si sviluppa fra Feltre e Belluno. Entra nella direzione sanitaria dell’ospedale di Feltre nel 1986, e poi è vicedirettore sanitario fino al 1996, l’anno in cui Lino Del Favero, nominato a dirigere l’Ulss di Belluno, lo chiama al suo fianco come direttore medico. Vi resterà fino al 2003, quando Mario Nicolai lascia l’incarico di dg dell’Ulss 2 per andare a Trieste, e Simoni viene chiamato da Galan a sostituirlo. A Feltre è stato poi confermato anche nel mandato iniziato nel 2008.
In corsa, come detto, c’è anche Alberti. Nel suo curriculum gli incarichi di direttore sanitario dell’Ulss 21 di Padova, delle aziende ospedaliere di Padova, Pordenone e Verona, poi quelli di dg dell’Ulss 20 di Verona e dell’azienda ospedaliera scaligera, per poi passare dal 2008 a Bassano e diventare coordinatore della conferenza dei dg veneti. Padovano, 59 anni, Alberti è stato eletto da pochi giorni a Roma presidente nazionale della Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie, che conta 140 fra Asl, aziende ospedaliere e universitarie, Ircss. A Bassano, fra l’altro, è riuscito a ricucire il rapporto molto incrinato fra Ulss e medici di famiglia che in passato era sfociato addirittura in contenziosi giudiziari, guadagnandosi il consenso di una rilevante fetta del mondo sanitario vicentino.
Infine Renzo Alessi, padovano, 57 anni, che ad Arzignano ha vissuto la sua prima esperienza di dg, dopo essere cresciuto nel mondo sindacale (è stato, fra l’altro, segretario regionale della Cgil) per poi entrare come dirigente del personale nella segreteria regionale della sanità veneta, e approdare successivamente nell’azienda sanitaria di Udine. Se a Vicenza sono in ballo in quattro, ad Arzignano i giochi sembrano fatti.
Come nuovo dg dell’Ulss 5 si dà, infatti, per certo Antonio Compostella, sostenuto, pare, con forza dall’assessore regionale Marino Finozzi, che ne è da sempre un estimatore. Compostella, 58 anni, anestesista, nativo di Cartigliano, già consigliere provinciale e oggi consigliere del Comune di Santorso, una carriera di medico iniziata nell’ospedale di Thiene, sta concludendo il suo mandato all’Ulss 1 di Belluno, dove, nel novembre del 2010, è subentrato, su nomina di Zaia, ad Ermanno Angonese. Fino al 2010 è stato anche direttore dell’Arss, l’Agenzia regionale socio-sanitaria del Veneto eliminata a sorpresa il mese scorso dal Consiglio di palazzo Ferro Fini dopo aver sfornato in questi anni tutti i dati sulla sanità veneta, a cominciare da quel “libro bianco” che aveva portato a galla l’eredità di 1,3 miliardi di euro rimasti scoperti nei conti regionali. Pressoché sicuro della conferma anche Valerio Alberti a Bassano, a meno, come detto, di una sua chiamata a Vicenza. Oltre tutto Alberti, che nei 5 anni alla guida dell’Ulss 3 ha rilanciato un’azienda che nel 2008 partiva demotivata, piuttosto spaccata nelle varie componenti, e non integrata con la città, gode della stima dell’assessore regionale bassanese Elena Donazzan.
Confermato a Thiene sarebbe anche Ermanno Angonese, che sul finire del 2010 ha preso il posto all’Ulss 4 di Domenico Mantoan promosso in Regione a numero 1 della segreteria tecnica della sanità. Ingegnere elettronico, 63 anni, è stato sindaco di Mason per 4 mandati. La sua lunga carriera sanitaria inizia nel 1980 a Bassano: prima è vicepresidente del comitato di gestione dell’allora Ulss 5, poi amministratore straordinario, commissario, e quindi, dal 1995 fino al 2002, quando l’azienda si trasforma in Ulss 3, direttore generale. Successivamente nel 2003 viene nominato dg all’Ulss 20 di Verona, fino a che arriva la chiamata per Thiene dove ha condotto in porto la realizzazione dell’ospedale di Santorso.
tratto da La Tribuna di Treviso, Il Giornale di Vicenza e il Corriere del Veneto – 27 dicembre 2012