Piero Erle. «Vogliamo discuterla fino in fondo questa riforma in Consiglio regionale. Arriveremo al voto non prima di agosto», la butta giù pesante Claudio Sinigaglia di fronte alla piccola ma affollata sala del Crowne Plaza. È lì che il Pd regionale sabato mattina ha chiamato a raccolta parlamentari, iscritti e operatori sanitari per spiegare la battaglia senza limiti cui ha dato vita da una settimana in Consiglio regionale sulla riforma della sanità lanciata un anno fa dal governatore Luca Zaia e giunta in aula dopo le modifiche «che saranno state concordate dalla maggioranza di centrodestra ma che non hanno recepito le richieste emerse dalle audizioni dei Comuni e degli operatori interessati», attacca la capogruppo Pd Alessandra Moretti, al tavolo dei relatori assieme a Sinigaglia e poi gli altri consiglieri Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo e Francesca Zottis.
«L’AZIENDA ZERO NON VA». «Noi andremo avanti a denunciare, articolo per articolo, le gravi conseguenze di questa riforma, fino a quando non avremo ottenuto i correttivi indispensabili per salvaguardare i servizi sociosanitari in Veneto», dice la capogruppo. E Fracasso e Zottis spiegano ad esempio che «c’è un’emergenza in Veneto dei servizi socio sanitari, e va stabilizzato il personale» (il Pd propone 100 nuovi medici e 200 infermieri). E poi che la riforma affida sì un ruolo alle Conferenze dei sindaci sul sociale, ma il testo è scritto in modo che in realtà si tratta solo di “controllo di risultati” e non di vera programmazione dei servizi per i cittadini.
GLI OBIETTIVI DELLA BATTAGLIA. Il Pd si è giocato il jolly, scegliendo la riforma sanità come l’unico argomento in cui non c’è limite di tempo per la discussione in aula. E anche se Sinigaglia agita lo spettro di una serie infinita di sedute fino ad agosto, l’obiettivo non può certo essere solo quello di tirarla lunga all’infinito. Ecco perché ieri i consiglieri hanno presentato al “popolo dei sostenitori” un elenco di dieci punti su cui concentreranno gli sforzi per ottenere modifiche alla riforma stessa, anche se il punto di partenza è che il Pd non accetta «un accentramento dei poteri nelle mani di una sola persona che guiderà l’Azienda Zero, facendo calare dall’alto ogni decisione. E se c’è questo impoverimento dell’organizzazione e della sanità véneta è Zaia a farlo, perché il Pd non governa questa regione», attacca Moretti. E con Sinigaglia ribadisce: «II direttore generale dell’Azienda Zero gestirà direttamente 2,5 miliardi oltre ad influire pesantemente su un bilancio di settore che complessivamente vale 8,5 miliardi». Il sen. Giampiero Dalla Zuanna: «L’Azienda Zero riduce il Veneto di fatto a una sola Uiss».
I PILASTRI. Di qui «i 10 i pilastri – dice Sinigaglia – su cui si regge la proposta correttiva di riforma delle opposizioni: su questi non vogliamo cedere». Un primo emendamento Pd, spiega, è già passato in aula con il voto anche della maggioranza: l’Azienda Zero sarà istituita «nel rispetto dei principi di equità e universalità». Un primo segnale di un possibile dialogo nelle settimane future.
I 10 OBIETTIVI DEL PD Ecco le modifiche-aggiunte che il Pd vuole siano introdotti nella riforma sanitaria. Ognuno di questi temi, è stato detto ieri, è accompagnato da emendamenti depositati in Consiglio per l’esame della riforma in atto.
1) Azienda Zero e UIss: principi di equità e universalità
2) Azienda Zero: ci sia il Comitato dei direttori
3) No a un commissario in AzienzaZero
4) No nuovi project financing in sanità veneta
5) Massima trasparenza.
6)No Ispettorato della Giunta (è un doppione del Consiglio)
7) Potenziamento servizi territoriali
8 e 9) In ogni Distretto (ex UIss di oggi): conferenza dei sindaci, coordinatore del sociale e poi dipartimenti prevenzione, salute mentale, dipendenze.
10) Riduzione delle rette nelle case di riposo
Il Giornale di Vicenza – 27 giugno 2016