«È molto probabile che ci tolgano il coordinamento della Sanità nell’ambito della conferenza Stato-Regioni». Lo ha detto Luca Coletto, assessore alla Salute della Regione Veneto. Ma a questa ipotesi si affianca un’indiscrezione di queste ore. A prendere il posto del Veneto potrebbe essere l’Emilia Romagna.
“La logica dei costi standard è completamente rinnegata e si infliggono gli stessi tagli a tutti. Il risultato è che si sta portando la sanità italiana pericolosamente vicina alla Grecia e al limite di rapporto pil-investimenti del 6%, indicato come la soglia sotto la quale comincia a scendere l’aspettativa di vita degli assistiti, contro il 9% dedicato dai paesi più avanzati, come l’Olanda”. A parlare così è Luca Coletto, assessore alla sanità della Regione Veneto, che denuncia in un’intervista all’Agi come la Regione Veneto si troverà con 40 milioni di euro in meno a causa della riduzione del fondo sanitario nazionale.
“È molto probabile – aggiunge Coletto – che ci tolgano il coordinamento della Sanità nell’ambito della conferenza Stato-Regioni. La nostra estromissione dal ruolo-guida sulla sanità nella conferenza Stato-Regioni è una conseguenza politica delle ultime elezioni regionali. La materia assorbe l’80% dei bilanci regionali, le Regioni di centrosinistra se la riprendono. Ma è una beffa, aggiunta al danno dei nuovi tagli lineari, indiscriminati, che il Veneto subirà nonostante sia una regione-modello in questo campo. Basti pensare che il nostro parametro di ospedalizzazione è dell’89 per mille, contro una media nazionale del 140”.
“Nel luglio 2014 le Regioni siglarono col governo il ‘Patto della salute’”, ricorda Coletto, “con il quale si stabiliva che i risparmi che si realizzavano in sanità rimanevano all’interno della spesa sanitaria e gli importi annuali del fondo sanitario nazionale. Per 2014 il totale venne portato da 109,9 a 113 miliardi. L’ultima manovra economica lo ha riportato a 109,9, differendo al 2016 il previsto incremento. Ora noi diciamo: che programmazione si può mai fare se a metà anno ti tagliano i fondi?”. I tagli imposti dal governo avranno effetto immediato sui posti letto, che passeranno da 4 a 3,7 ogni mille abitanti. Inoltre, è già prevista la chiusura delle case di cura che abbiano meno di 40 posti letto per malati acuti. Ma queste voci di spesa, in Veneto, sono già ottimizzate. “Ora la manovra ci chiede di insistere, ma così li trasforma tutti in tagli indiscriminati”, dice ancora Coletto.
“In realtà la nostra politica sanitaria ha già conseguito tutti i risparmi possibili senza comprimere la qualità dell’assistenza, e il governo lo sa”, aggiunge l’assessore Coletto. “E’ dal 2011 che i nostri acquisti nel settore transitano tutti per il Centro acquisti regionale che, facendo massa critica sul mercato, riesce a spuntare dai fornitori i prezzi migliori. Il governo sa dove sono, in Italia, le vere criticità, dove c’è una rete ospedaliera sovrabbondante, dove manca la centrale-acquisti, dove c’è grasso che cola e dove no, conosce le situazioni, per intervenire basterebbe poco. Se vogliamo combattere la cosiddetta medicina difensiva e lasciare la libertà al medico di prescrivere gli esami che veramente servono, va fatta norma nazionale che dia protezione ai sanitari ed eviti i continui ricorsi da parte dei pazienti sempre più incattiviti. E pensare che tuttora i nostro sistema sanitario è il migliore a livello europeo”.
Affaritaliani – 8 settembre 2015