Dopo mesi di roventi polemiche per i tagli nella sanità privata e pubblica, e dopo le critiche sollevate per il suo nuovo «incarico» di selezionatore dei candidati della Lista Civica del premier Mario Monti, Enrico Bondi lascia la poltrona di commissario per il piano antideficit del Lazio.
Al suo posto il Consiglio dei ministri ha nominato ieri sera l’attuale capo del dipartimento per la programmazione del servizio sanitario nazionale del ministero della Salute, Filippo Palumbo. Ma le polemiche non accennano a placarsi. I sindacati confederali cantano vittoria per l’abbandono di Bondi: «Ha elaborato provvedimenti di programmazione sanitaria che durano anni, compito che spetterebbe invece alla nuova giunta regionale —ricorda Gianni Nigro della Cgil Funzione pubblica di Roma —. Adesso speriamo che Palumbo si limiti all’ordinaria amministrazione». Parole condivise dal segretario dell’Ugl Sanità Roma e Lazio Antonio Cuozzo: «Le dimissioni di Bondi sono giuste: il commissariamento è stato improntato a tagli ragionieristici, senza confrontarsi con il territorio, come nel caso del taglio retroattivo del 7% dei budget a cliniche e ospedali religiosi accreditati. Speriamo ora che Palumbo segua una strada diversa da quella del predecessore sui tagli, aprendo il confronto con i sindacati». Ignazio Marino, senatore Pd, sottolinea: «La sanità del Lazio rappresenta un buco nero, con un deficit che continua a crescere. Non si può pensare di affrontare una tale emergenza sostituendo in corsa il commissario ad acta: c’è anzi bisogno di rigore e stabilità nella realizzazione dei progetti di risanamento». E Esterino Montino (Pd) rincara la dose: «Sulla sanità del Lazio il Governo Monti sta quasi facendo peggio della Polverini. Ma che senso ha nominare un commissario ad acta per un mese? Forse ha una valenza tecnica, forse, di certo è una grandissima sciocchezza».
Corriere della Sera – 8 gennaio 2013