Michele Bocci. Il ticket? «troppo caro, mia moglie ha aspettato due anni per fare una visita ginecologica ». Nell’Italia delle venti sanità c’è un comune denominatore: i cittadini espulsi dal sistema perché troppo poveri. In tutte le regioni ci sono persone costrette a chiedere aiuto anche per una pomata per le mani da meno di 15 euro. Pure in Veneto, dove da cinque anni c’è una specie di ancora di salvezza per i disperati: l’ambulatorio di Emergency di Marghera.
È nato nel 2010 per gli immigrati irregolari e profughi che non hanno possibilità di accedere alle cure ma da subito è stato frequentatissimo anche dagli italiani, circa 300 l’anno scorso. I nostri connazionali fanno la coda per due cose fornite gratuitamente dall’associazione di Gino Strada: la dentiera e gli occhiali. Andrea, quello della moglie che ha dovuto rimandare lo specialista, è arrivato perché con il lavoro ha perso anche tutti i denti. «Ero un imprenditore nel campo alberghiero – racconta – Le cose sono iniziate ad andare male e nel 2010, a cinquant’anni, ho dovuto gettare la spugna. In famiglia siamo in cinque ed è stata molto dura. Adesso ho un lavoro stagionale ma non basta a pagarmi tutte le cure». In primo luogo quelle odontoiatriche. «Per anni non sono riuscito ad andare dal dentista e piano piano ho perso tutti i denti. Mi ha aiutato Emergency ». Andrea di recente è riuscito ad avere un’esenzione dalla Asl. «Siamo stati senza a lungo, ma non sapevamo nemmeno esistesse la possibilità di non pagare il ticket, e per fortuna non abbiamo avuto tanti problemi di salute – racconta – Comunque per risparmiare abbiamo rimandato certi controlli, come quello di mia moglie dal ginecologo. Ora che non pago il ticket, devo comunque sopportare liste di attesa lunghe. Perché non posso permettermi un medico privato o in intramoenia per fare prima».
La coordinatrice del poliambulatorio di Emergency a Marghera è Marta Carraro. «Siamo aperti dalle 9 alle 18 dal lunedì al venerdì – spiega – Ci occupiamo degli immigrati irregolari ma i pazienti italiani sono tanti da sempre, rappresentano la prima o seconda nazionalità tra chi ci chiede aiuto. Molti vorrebbero anche più servizi di quelli che offriamo. C’è chi si presenta con ricette specialistiche oppure prescrizioni di farmaci importanti che il Ssn non fornisce, e dice di non saper come fare a pagare. Purtroppo non possiamo aiutarli». Un esempio di chi non può comprare medicinali? Iris, 62 anni, e nessun parente. «Ho bisogno di una pomata per le mani – dice – ma quella meno cara costa 13 euro e non posso comprarla», racconta. Anche a lei è andata male con il lavoro, ha perso l’impiego in un’azienda di macellazione a causa di una malattia e adesso lavora qualche ora alla settimana presso una struttura religiosa. Si è rivolta ad Emergency per non spendere 700 euro di dentiera. «È dura dover contare i soldi per curarsi, per acquistare certi farmaci. E se devo fare una visita, come quella oculistica, la Asl mi fa aspettare un anno. Non ho alternative, non posso permettermi uno specialista privato».
Repubblica – 19 gennaio 2016