Sanità, la musica cambia, l’organizzazione fa una capriola all’indietro e si torna alle origini. Sono ufficialmente destinati, come preannunciato, a dividersi i dipartimenti interaziendali: decadono, dal primo luglio, i sette dipartimenti interaziendali di area amministrativa e affari generali, area amministrativa e legale, amministrazione e gestione del personale, economico patrimoniale, acquisizione beni e servizi, area tecnica e information technology.
Verranno sostituiti fino al prossimo 31 dicembre da dipartimenti funzionali interaziendali temporanei, governati da coordinatori, che traghetteranno dalla vecchia organizzazione alla nuova, completamente in “separazione di beni”. Così hanno deciso i dg dell’Ulss 16 Urbano Brazzale e dell’Azienda ospedaliera Claudio Dario.
I due enti avevano avviato e strutturato all’inizio degli anni Duemila un percorso di integrazione di servizi amministrativi e sanitari,
con la prospettiva del contenimento e della razionalizzazione della spesa, nell’ottica del miglioramento del rapporto tra costi e benefici. Se il processo di interaziendalizzazione ha portato vantaggi nell’integrazione delle procedure operative e nell’utilizzo delle risorse e del personale di entrambe le aziende, i vertici dei due enti evidenziano però come, attraverso successive modifiche e sovrapposizioni, all’integrazione è corrisposta anche una proliferazione del numero dei dipartimenti interaziendali stessi, passati a sette rispetto agli originari due previsti: questo ha portato in alcuni casi, in luogo della prevista razionalizzazione delle risorse e semplificazione delle procedure, a una ingiustificata duplicazione di dipartimenti, strutture e funzioni.
Dunque, la revisione inizia da queste realtà amministrative e tecniche, «riconducendone le attività – si legge nel documento “d’addio” appena siglato – nei limiti di un ambito esclusivamente aziendale, attraverso un piano di azioni progressive, inteso quale parte integrante del più ampio progetto di necessaria riallocazione delle attività fra l’Ulss 16 e l’Azienda ospedaliera».
Per spiegare ai dipendenti quello che sta per succedere, Brazzale insieme ai dirigenti della direzione strategica, ha scomodato Marco Aurelio: «Ciò che non giova all’alveare, non giova neppure all’ape».
Il Gazzettino Padova – 18 giugno 2013