Sanità privata, alta tensione. Cgil: Regione irresponsabile
È un fronte aperto che innesca tensioni e proteste, quello della sanità privata convenzionata destinataria dei tagli del 30% alle prestazioni decisi dalla giunta regionale. Due settimane fa, la protesta davanti a Palazzo Balbi – con i rappresentanti delle associazioni incatenati all’ingresso e forti delle 103 mila firme raccolte – è culminata in un colloquio con il governatore Luca Zaia e l’assessore Luca Coletto che sembrava preludere a una schiarita, previa impegno a ridurre sensibilmente i tagli in cambio di maggiori prestazioni.
In seguito una delegazione della sanità privata ha incontrato il segretario generale Domenico Mantoan, che si è detto disponibile ad allentare la scure sui budget ma, evidentemente, ciò non è bastato: domenica scorsa, in tutti i capoluoghi, cortei di medici, infermieri e pazienti (in rappresentanza di 1300 lavoratori privi di ammortizzatori sociali) hanno ribadito le accuse all’amministrazione veneta e c’è chi ha sfilato con le maschere della banda Bassotti abbinate ai nomi di Zaia, Coletto e Mantoan.
Sulla spinosa vicenda, ora, interviene la Cgil, che chiede alla Regione l’apertura immediata di un tavolo con i sindacati confederali e di categoria: «La sanità privata attraversa una situazione di particolare gravità», è la denuncia «per effetto dei tagli e della mancata programmazione regionale oggi sono a rischio la qualità complessiva del servizio e centinaia di posti di lavoro sia nella sanità privata che in quella convenzionata, un quadro drammatico che sta già avendo ripercussioni gravi in tutto il nostro territorio».
«Il Piano socio sanitario, approvato ormai quasi un anno fa, è ancora lettera morta», alza il tiro la Cgil «e le schede di dotazione ospedaliera e territoriali, che rappresentano la parte operativa del Piano nonché lo strumento principe della programmazione, sono ancora confinate nei cassetti della giunta Zaia».
«Tutto ciò», conclude il sindacato «non ha impedito che si andasse avanti nella sciagurata politica dei tagli lineari, utilizzando lo scudo della spending review per tagliare in modo indiscriminato servizi e prestazioni, mettere a rischio posti di lavoro, scaricare sui cittadini, e soprattutto sulle fasce più deboli, i costi aggiuntivi necessari a far fronte alla riduzione di prestazioni».
A giorni, comunque, dovrebbe svolgersi un nuovo incontro tra le parti. I privati, disponibili a un “alleggerimento ragionevole” del budget, sostengono che le convenzioni sono assai convenienti per il sistema pubblico: «Nell’ultimo anno abbiamo fornito servizi oltre il tetto previsto per 25 milioni di euro e la Regione ne ha pagati solo 2,5. Costiamo meno del pubblico e rendiamo di più».
A Palazzo Balbi si replica sottolineando il difficile equilibrio di bilancio – «Nei prossimi due anni», ricorda il governatore «lo Stato ridurrà di un miliardo i fondi destinati alla sanità veneta» – ma si apre a una revisione in alto dei budget previa impegno a garantire l’abbattimento delle liste d’attesa anche attraverso il lavoro notturno. Le posizioni non sembrano inconciliabili ma l’accordo scacciacrisi non si vede ancora.
Filippo Tosatto – Il Mattino di Padova – 24 marzo 2013