Nella seduta odierna della Quinta Commissione consiliare permanente, che si occupa di sanità e di sociale, l’Assessore regionale alla Sanità e al Sociale e il Direttore regionale dell’Area Sanità e Sociale hanno presentato le principali modifiche alle nuove Schede Ospedaliere proposte dalla Giunta, in ordine al numero di posti letto e di apicalità, afferenti le nove Ulss, le Aziende Ospedaliere di Padova e Verona, lo IOV e le Strutture Private Accreditate, in seguito alle audizioni, ospitate nelle precedenti sedute, che hanno rappresentato le esigenze dei territori. La Commissione Sanità completerà la discussione e voterà il PAGR n. 394 nella seduta calendarizzata nella giornata di martedì 30 aprile.
Le schede ospedaliere valide per i prossimi 5 anni ormai sono alle battute finali. Oggi in Commissione sanità del Consiglio regionale, a palazzo Ferro Fini, il presidente Fabrizio Boron (Lista Zaia), depositerà il quadro completo delle modifiche alla bozza arrivata dalla Giunta e dall’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, dopo le audizioni di tutti i portatori di interesse. «Si tratta di una sorta di “maxi emendamento”, anche se tecnicamente non si può definire tale, in cui verranno concentrati gli ultimi cambi – spiega Boron -. Lasceremo il tempo per valutarli per licenziare il provvedimento martedì prossimo, 30 aprile».
PADOVA E GLI ALTRI NODI. Uno dei punti “caldi” delle schede che hanno fatto scattare proteste e manifestazione riguarda l’ospedale Sant’Antonio. A Padova, va ricordato, è prevista la costruzione di un nuovo polo ospedaliero à valenza regionale. Sorgerà in zona Est e nelle schede se ne tiene conto. Nella prima versione, uscita dalla Giunta, a fronte di una programmazione per il nuovo (oltre 900 posti letti e tantissime specializzazioni), spariva il vecchio, cioè il Sant’Antonio. Sono scattate le reazioni: raccolta firme, manifestazione ed è persino nato un Comitato a difesa dell’ospedale. Nei giorni scorsi l’assessore Lanzarin ha smontato ogni polemica annunciando la soluzione, confermata poi ieri da Boron. E cioè: «Verrà inserita una nuova scheda “intermedia” denominata Polo Giustinianeo e S. Antonio. Quest’ultimo passerà di competenza dell’Ulss 6 Euganea all’Azienda ospedaliera universitaria. Quindi, ci saranno due schede: una per le strutture di via Giustiniani e una per il futuro ospedale». Resta invece confermato il declassamento dell’ospedale di Abano Terme: nulla cambia per il paziente, ma viene modificato l’aspetto finanziario. La struttura non avrà più diritto al 50% delle esenzioni. «Altro capitolo riguarda lo Iov – sottolinea Boron – resterà un ospedale hub su due gambe con le sedi cioè a Castelfranco e Montebelluna».
SUL PERSONALE. Nei giorni scorsi in una nota Cisl Medici, però, boccia e annuncia assemblea unitarie in tutte le Ulss il 3 maggio. «Condividiamo le analisi delle criticità della Cisl Veneto – si legge – sulle schede ospedaliere e sul Piano socio sanitario del Veneto. È discutibile, poi, l’idea di richiamare in servizio medici pensionati, così come diminuire l’offerta specialistica e tagliare i posti letto con la conseguenza dell’aumento delle strutture private a scapito di quelle pubbliche». Boron, però, precisa: «Attenzione, nelle schede si parla di programmazione non della carenza del personale frutto di scelte, a partire dal blocco delle assunzioni imposto dal 2004 a livello nazionale. Temi su cui la Regione Veneto si sta muovendo: abbiamo ottenuto lo sblocco delle assunzioni a livello nazionale. Poi si sta studiando come aumentare il numero di specializzandi e, nel Patto della salute, anche dell’ipotesi avanzata dal Veneto di assumere per gli ultimi di due anni gli specializzandi in ospedale. Il ricorso ai medici pensionati? Una misura urgente e temporanea». (Cristina Giacomuzzo)
IL GIORNALE DI VICENZA – Martedì, 23 aprile 2019