Dai 2,3 miliardi di risparmi sulla sanità ai cinquemila lavoratori socialmente utili stabilizzati in Calabria. Dall’allentamento del patto di stabilità per i comuni del Veneto colpiti dalla tromba d’aria di inizio luglio ai fondi stanziati per forze dell’ordine e pronto soccorsi in vista del Giubileo di Roma (per i pellegrini pronta una “polizza sanitaria” da 50 euro).
E poi fondi per i dirigenti delle agenzie fiscali, per assunzioni nelle scuole dell’infanzia o all’Agenzia del farmaco, per la spartizione delle competenze e dei dipendenti delle ex province, per il salvataggio del gran premio di Monza che riceverà 20 milioni di euro dalla Regione Lombardia. È un decreto omnibus, quello sugli enti locali passato ieri in Senato dopo la fiducia posta – all’ora di pranzo – dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. I sì sono stati 163, i no 111, con una tenuta della maggioranza che il gruppo pd- dopo l’assenza del numero legale lunedì – ha accolto con un metaforico sospiro di sollievo. La prossima settimana alla Camera ci sarà il voto definitivo, appena in tempo prima della pausa estiva. Nel maxiemendamento del governo sono state assorbite tutte le norme inserite dal lavoro in commissione, con l’aggiunta di quella per la Calabria. Proprio ieri, la regione era rimasta bloccata per le proteste sull’A3 e al porto di Villa San Giovanni dei lavoratori socialmente utili che rischiavano di perdere il posto. Il salvataggio del governo è arrivato in extremis, nonostante le resistenze incontrate da parte di Lega e 5 Stelle.
La polemica si è concentrata tutta sui tagli al comparto sanitario: «Sono state riportate notizie che non corrispondono al testo votato in commissione», ha detto il ministro Boschi. «I tagli alla sanità recepiti in questo testo sono quelli concordati con le regioni in sede di conferenza unificata il 2 luglio con voto unanime». Quelle stesse regioni, però, ora protestano. Così come protestano i medici di famiglia e ospedalieri. La stretta sulle prescrizioni di esami specialistici, con la possibilità di sanzionare chi ne segna di inutili senza un’adeguata giustificazione, ha fatto infuriare le principali associazioni di categoria, che annunciano una protesta nazionale per l’autunno. E accusano il governo: «Usa la sanità pubblica come un bancomat». Dal ministero, invece, si pone l’accento sull’eccessivo costo della medicina difensiva e sulle norme che consentiranno di ritrattare al ribasso i costi di forniture mediche e farmaci. Lontano dal Senato, alla Farnesina, Matteo Renzi fa invece un nuovo annuncio sul taglio delle tasse: «Nel 2017, con la riduzione del costo per le imprese dal combinato Ires e Irap, vogliamo portare il costo della tassazione sui profitti al 24%, l’obiettivo che ci poniamo è un punto sotto la Spagna».
Repubblica – 29 luglio 2015