Sanità veneta. Allarme privati, tagli per 30 milioni
Il presidente della V Commissione Leonardo Padrin chiede di controllare i fabbisogni. L’assessore Coletto: mai toccati i servizi
La sanità si lecca le ferite. Dopo la maratona per la nomina dei direttori generali e l’enfasi per riuscire a portare il bilancio in porto, si fanno i conti con i sacrifici. Tanti. I tagli infatti lasciano poco scampo: gli extra Lea (quelle prestazioni che non sono essenziali e che rientrano quasi esclusivamente nel sociale) non trovano più copertura (125 milioni di euro), alle Asl vengono tagliati 270 milioni dai bilanci. E ora si affacciano anche i privati. Ieri il presidente della V. Commissione sanità Leonardo Padrin ha chiesto alla Giunta regionale e ai direttori generali, di verificare le conseguenze della riduzione dei budget sulle diverse voci, personale del servizio sanitario, delle farmaceutica, dell’assistenza integrativa per i diabetici, delle quote nelle strutture residenziali e semiresidenziali, dell’assistenza ospedaliera fornita dalle strutture private accreditate e dell’assistenza specialistica ambulatoriale erogata dai soggetti privati accreditati. Anche i tagli alle strutture private infatti peseranno: 0,5 % (per l’ospedalità privata) e del 10 % (per gli ambulatori del privato accreditato). «Credo sia necessario un approfondimento per ciascuna delle aree di risparmio – sottolinea Padrin – In particolare per la sanità privata ambulatoriale, da sempre partner affidabile del pubblico nell’erogare servizi ai cittadini in tempi rapidi e con costi inferiori, per vari motivi, a quelli delle strutture pubbliche». E Padrin fa due conti: la specialistica ambulatoriale gestiti da strutture private accreditate in Veneto vale 170 milioni su un totale di 8,5 miliardi di euro e con i tagli si scenderà a 140. «Con un simile taglio si rischia, però, di penalizzare i servizi ai cittadini, di allungare le liste di attesa», chiosa Padrin. E preoccupazione per la situazione generale della sanità viene espressa anche dai consiglieri Bond e Cortelazzo (Pdl) e Pipitone (Idv), oltre che dall’on. Antonio De Poli (Udc). E nel tema s’inserisce anche una querelle tra il consigliere del Pd Claudio Sinigaglia, che accusa la giunta Zaia di non aver operato le razionalizzazioni e l’assessore alla sanità Luca Coletto: «La giunta Zaia avviato la razionalizzaione più di due anni fa, con il libro bianco che fu il primo atto in sanità, portandola avanti giorno dopo giorno ed ottenendo due bilanci in attivo senza togliere servizi ai cittadini – sottolinea l’assessore – Quanto al Piano Sinigaglia dovrebbe sapere che nessuna pianificazione a medio termine, ed il Piano è quinquennale, porta effetti immediati, ma li produce cammin facendo».
Il Gazzettino – 9 gennaio 2013