Repubblica Da novembre lo stop alle protezioni in ospedali e rsa. Il ministro Schillaci: “Torniamo a una maggiore liberalizzazione”. Un emendamento per condonare le sanzioni agli over 50 non vaccinati. E da gennaio niente più obbligo per i medici
Parte da mascherine, multe e obbligo di vaccino per i lavoratori della sanità la corsa del centrodestra allo smantellamento delle regole anti Covid. Le poche che sono rimaste. È proprio il neo ministro alla Salute Orazio Schillaci a dare il via ai cambiamenti, mettendo come sigillo una giustificazione di carattere sanitario. «Oggi la malattia è completamente diversa da quella che era una volta e quindi stiamo vedendo di fare in modo che ci possa essere il ritorno a una maggiore liberalizzazione », ha detto ieri mattina durante le celebrazioni dei 40 anni dell’ateneo dove era rettore fino a pochi giorni fa, cioè Tor Vergata a Roma.
Per liberalizzare, Schillaci sarebbe intanto pronto ad abolire l’obbligo di mascherina per chi entra nelle strutture sanitarie, cioè ospedali, ambulatori e residenze per anziani. Non deve fare niente perché le Ffp2 non vengano più utilizzate. Il primo novembre, infatti, scade l’ordinanza che ha introdotto la misura, prorogata di un mese dal suo predecessore Roberto Speranza. Quindi l’ultima imposizione che riguarda le protezioni del viso è destinata a scomparire automaticamente, a meno che non venga fatto un nuovo atto. «Adesso vediamo, stiamo lavorando e riflettendo, sempre nel rispetto dei pazienti», ha spiegato.
Non è una posizione comodissima quella di Schillaci. Nel mondodella sanità in tanti vedono positivamente l’uso delle mascherine nei luoghi dove si trovano le persone più fragili. «Servirebbero anche se non ci fosse il Covid, per proteggere i pazienti dalle altre infezioni», è il refrain di molti tecnici. Quindi non è escluso che nei pochi giorni che mancano alla scadenza il ministro decida magari di mantenere le Ffp2 in certi reparti, dove ci sono le persone più a rischio. Il punto è che la sua maggioranza vuole subito segnare la discontinuità rispetto alla gestione precedente e in molti non vedrebbero bene una nuova ordinanza proprio all’avvio del mandato del governo. Che Lega e Fratelli d’Italia puntino a mettere in discussione tutta la gestione del Covid (che comunque il partito di Salvini ha contribuito a organizzare in Lombardia e pure al governo) è dimostrato dalla richiesta dell’inchiesta parlamentare.
«È utile fare chiarezza su quanto successo dal punto di vista amministrativo, come detto dal presidente del Consiglio — commenta Schillaci — Tutte le forze politiche sono d’accordo ». Anche Pd e il Terzo polo in effetti hanno comunicato di essere pronti a partecipare alla commissione.
Ma sono anche altre le misure che avranno vita breve. Ieri sia la Lega che Fdi, con il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, sono andati all’attacco delle multe per gli over 50 che non hanno concluso il primo ciclo vaccinale entro il 15 giugno. Saranno intanto sospese oaddirittura cancellate, probabilmente con una norma nel decreto Aiuti. Per ora stanno arrivando gli avvisi per permettere alle persone di chiarire la loro posizione e non le multe vere e proprie. Circa 1,3 milioni di atti sono già stati notificati e altri 600mila stanno partendo. Da fine novembre si sarebbe dovuto iniziare a spedire le sanzioni da 100 euro a 1,9 milioni di italiani. Il condizionale a questo punto è necessario.
Ma la destra pressa anche per la fine dell’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. La scadenza della misura, introdotta da un decreto legge, è prevista il 31 dicembre e di certo non verrà prorogata. Ma ci sono voci nella maggioranza che chiedono di bloccare da subito l’obbligo. Intanto gli Ordini e le Asl non iniziano più le procedure che portano alla sospensione, visto che i procedimenti non si concluderebbero prima del 2023. Ma bloccare le sospensioni permetterebbe a chi è fuori di rientrare subito al lavoro.
C’è poi la questione delle mascherine nel lavoro privato. Un protocollo della parti sociali, in scadenza a fine mese, prevede che debbano indossarle i colleghi che non possono rispettare la distanza di sicurezza. Il 4 novembre ci sarà un incontro tra rappresentanti dei datori e dei lavoratori nel quale si potrebbe abolire la misura. Infine, c’è il tema Green Pass. Pochi, probabilmente anche nella maggioranza, si sono resi conto che il certificato verde tanto odiato dalla destra serve ancora fino al 31 dicembre per entrare nelle strutture sanitarie. Però ormai praticamente nessuno lo richiede più.