Ci sono pesanti indizi sulla natura dolosa delle fiamme Il proprietario ha presentato una denuncia ai Cc contro ignoti
Carbonizzati dall´incendio che ha distrutto un piccolo allevamento accanto a una casa colonica in ristrutturazione in via Crosetta 2, a Sarego, scoppiato nella notte tra domenica e ieri. Cinque pecore nane di razza tibetana e una ventina di galletti che si trovavano nella struttura sono bruciati vivi. I vigili del fuoco di Lonigo sono stati allertati verso le 2 di notte sulla segnalazione di una guardia giurata che ha visto le fiamme già alte. Le operazioni di spegnimento sono andate avanti per un paio d´ore.
Molti elementi fanno pensare che le fiamme siano di origine dolosa. appiccate con il preciso scopo di distruggere la struttura e provocare la morte degli animali. Sgomento il proprietario Sergio Ghiotto, residente a Brendola, che ha appreso del rogo nella mattinata di ieri. «Non riesco a spiegarmi quale sia stato il motivo che ha spinto a compiere un gesto così efferato», ha commentato Ghiotto prima di sporgere denuncia contro ignoti alla stazione dei carabinieri di Lonigo, che sono usciti in sopralluogo assieme ai colleghi di Barbarano e che ora stanno conducendo le indagini.
A far propendere per la natura non accidentale delle fiamme ci sono significative circostanze. A metterle in luce è il figlio di Sergio Ghiotto, Simone, 22 anni, che segue di persona il piccolo allevamento cui ha voluto dar vita in quella che diventerà la nuova casa di famiglia. «Quelle povere capre – spiega – erano libere di girare all´interno del recinto e potevano entrare e uscire dalla loro casetta. Ogni sera lasciavo la porta aperta, ieri mattina l´abbiamo trovata chiusa. Il che vuol dire che chi ha dato fuoco alla tettoia ha voluto che bruciassero, senza lasciar loro scampo».
Una dozzina tra i venti galletti morti, inoltre, si trovavano in una grande voliera metallica separata dalla tettoia con le capre. «L´autore o gli autori del rogo hanno preso quasi tutto il fieno che hanno trovato – aggiunge Simone Ghiotto – e lo hanno messo sotto la voliera in modo da far bruciare anche loro». Si sono salvati le oche, i tacchini e le tortore in un´altra parte dell´area recintata, che facevano parte di un primo nucleo per realizzare una fattoria didattica.
Ai danni dell´allevamento c´era stato un furto di una decina di polli risalente al maggio scorso. «Hanno compiuto un gesto barbaro – afferma Simone – che mi tocca nel profondo. Amo gli animali, li tengo in ordine, non riesco a immaginare nemmeno come sia stato possibile concepire una cosa del genere».