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    Home»Notizie ed Approfondimenti»Sblocca-pagamenti. Debiti Pa, regioni del Sud salve
    Notizie ed Approfondimenti

    Sblocca-pagamenti. Debiti Pa, regioni del Sud salve

    pecore-elettricheInserito da pecore-elettriche30 Maggio 2012Nessun commento3 Minuti di lettura
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    La soluzione per estendere alle regioni del Sud le misure sblocca-pagamenti arriverà con il decreto sulla spending review. Sfumata l’ipotesi di intervenire con il decreto sviluppo, che oggi sarà esaminato dal Consiglio dei ministri, è passata la linea dell’emendamento.

    Il testo, depositato ieri al Senato dai relatori del provvedimento, Francesco Sanna (Pd) e Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), interviene modificando direttamente la norma primaria (presente nel decreto 185 del 2008) che ha escluso dal meccanismo le regioni impegnate in piani di rientro dall’extra-deficit sanitario: Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

    Ma l’emendamento va ben oltre, intervenendo nel dettaglio anche sulla norma relativa alle compensazioni tra crediti commerciali e debiti fiscali e contributivi iscritti a ruolo. Il meccanismo viene esteso anche ai debiti maturati dallo Stato nei confronti dello Stato e dagli enti pubblici nazionali. Possibilità questa fino ad oggi limitata ai debiti accumulati da Regioni, enti locali e strutture del servizio sanitario nazionale. La modifica sarà recepita anche nel decreto attuativo sulle compensazioni ora all’esame della Conferenza Stato Regioni.

    Il correttivo depositato ieri sera nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio riduce anche da 60 a 30 giorni il termine entro cui l’amministrazione debitrice deve provvedere, su richiesta dell’impresa, alla certificazione dei crediti e fa entrare nell’alveo dell’intervento messo a punto dal Governo anche le Regioni con piani di rientro sanitario fin qui rimaste fuori. Sulla base dell’emendamento di Sanna e Pichetto Fratin le sole strutture pubbliche a non poter rilasciare la certificazione rimarrebbero gli enti del Servizio sanitario nazionale, Asl in testa, delle regioni con programmi di rientro dal “rosso” accumulato per la sanità. Ma in realtà si tratta di un’esclusione parziale. La proposta di modifica depositata al Senato introduce infatti una “clausola di salvezza” per le attestazioni rilasciate alle regioni che risultavano già commissariate nel 2010 o con già in corso operazioni di gestione del debito sanitario.

    A questo punto resta da vedere se l’emendamento presentato dai relatori passerà nell’attuale versione. Questa mattina scade il termine per la presentazione dei subemendamenti e già in serata le commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato potrebbero dare il via alle votazioni sugli emendamenti con l’obiettivo di chiudere l’esame del provvedimento la prossima settimana e passare il testo all’Aula di Palazzo Madama.

    Lo stop alle regioni meridionali aveva innescato una dura polemica, condotta in prima persona dai governatori e supportata dalle principali associazioni imprenditoriali che in questi giorni avevano anche preparato una lettera molto dura nel caso non si fosse trovata la quadratura del cerchio a livello politico. Va anche detto che resta alta l’attenzione su un altro fronte, quello relativo al recepimento della direttiva Ue sui tempi di pagamento tra privati e tra Pubblica amministrazione e privati. Ieri il ministro degli Affari europei Enzo Moavero ha prefigurato un recepimento non certo imminente vista la possibilità di rinnovare la delega. «Il governo in Italia – ha spiegato Moavero – ha una delega che scade in autunno e che sarà rinnovata fino alla data di scadenza termini di recepimento. Intenzione del governo è di procedere in tempi rapidi, certo entro i termini». La direttiva però – ha aggiunto il ministro – «prevede disposizioni che valgono per il futuro, non si occupa dello stock del debito già esistente. Rispetto a questo, il governo ha preso due linee, una nell’Ue e l’altra a livello interno, con la prima tranche annunciata dai ministri Grilli e Passera dei debiti pagati alle imprese».

    Il Sole 24 Ore – 30 maggio 2012

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