Con 385 nuovi casi in 24 ore, nella Marca è tornato il buio del Covid. Nel giro di due giorni sono state messe in quarantena dodici classi dall’asilo alle superiori, sono attualmente positivi 2.461 trevigiani e di questi 15 sono afferenti al cluster scoppiato al centro tamponi, al dipartimento di prevenzione della Madonnina. Dopo i primi 9 contagi (su 20 test) è stata effettuata una maxi campagna di screening su tutti i 190 dipendenti. Cinque persone hanno fatto il tampone ai Covid-point, un collega è emerso dal monitoraggio di ieri.
«L’attività prosegue in modo regolare – afferma il direttore, Stefano De Rui – invito tutti gli utenti alla massima tranquillità: i contatti con il personale, peraltro per la quasi totalità negativo, sono brevi e non comportano rischio di contagio, considerato anche l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. A seguito dei casi rilevati abbiamo effettuato, per massima precauzione, anche una sanificazione straordinaria dei locali». È iniziato però un ulteriore screening sui contatti stretti dei quindici positivi (5 al Sips, 5 in Medicina Legale, 3 al Sian e 2 allo Spisal). I test saranno ripetuti a distanza di 5 e 10 giorni per monitorare l’evoluzione dell’infezione. Per il dg Francesco Benazzi si tratta di un «micro-focolaio» e i tamponi non solo non rallenteranno, ma aumenteranno grazie all’attivazione di un servizio notturno di screening attivato al reparto di malattie infettive da domani, dalle 20 alle 6, per una copertura h24.
Intanto i numeri subiscono una rapida crescita: al Ca’ Foncello i ricoveri sono 33, due in terapia intensiva; a Vittorio Veneto sono 36 compresi quelli all’ospedale di comunità. Ed è questo l’ambito su cui si concentrano le attenzioni: se prima gli asintomatici erano la grandissima maggioranza, ora cominciano ad essere di più e alcuni richiedono anche cure extra-domiciliari. Ieri sono stati registrati anche due decessi collegati al Covid: si tratta di due anziani, uno di 87 anni e uno di 89; entrambi presentavano anche altre gravi patologie.
Si dice preoccupato dell’andamento delle ultime settimane anche il direttore della microbiologia di Treviso, Roberto Rigoli: «Ero preoccupato anche a fine maggio, e poi improvvisamente la situazione era migliorata. Ora il contagio è ripreso a ritmi maggiori. Quello che non dobbiamo fare è avere la certezza di alcune ipotesi, giudichiamo giorno dopo giorno, le sentenze non sono un approccio scientifico». Il laboratorio del Ca’ Foncello sta eseguendo un delicato studio di sequenziamento del virus per capire se può aver subito variazioni da quando è stato riscontrato sul territorio. «Stiamo confrontando quello di marzo, quello di luglio e quello di ottobre – spiega il primario -, questi sono dati matematici, non opinioni, che potranno darci delle informazioni importanti. Ci aiuterà a capire se è cambiato, come mai a luglio i pazienti giovani erano asintomatici e ora sono sintomatici. Il nostro lavoro, assieme allo Zooprofilattico, è un monitoraggio dei ceppi che circolano in Veneto. Sequenziarli significa capire se ci sono ceppi diversi e se le mutazioni di diversità sono legati a una sintomatologia diversa». (Tratto dal Corriere del Veneto)
Leggi anche articolo della Tribuna di Treviso. “Si allarga il focolaio della Madonnina e scoppia la polemica” con le dichiarazioni del segretario regionale Sivemp Maria Chiara Bovo