Il Sole 24 Ore Il nuovo anno scolastico che partirà domani, il terzo alle prese con l’emergenza Covid-19, conferma in larga parte d’Italia. Nonostante le risorse aggiuntive e i buoni propositi di governo e regioni, una delle indicazioni più ricorrenti emerse dai tavoli prefettizi, come a settembre 2020, è quella di prevedere, laddove sia impossibile fare diversamente (ad esempio, esistenza di altri ingressi dell’edificio scolastico) orari di entrata dei ragazzi dalle 8 alle 9.40-10. Campania, Lazio, Puglia, Lombardia, Toscana, solo per fare qualche esempio, si sono orientate in molte province in questo senso: nella città metropolitana di Roma, addirittura, «la distanza di un’ora e quaranta minuti tra il primo e il secondo ingresso» (la mattina, 8-9.40) si dovrà riflettere, tale e quale, anche negli orari di uscita; un’indicazione, nei fatti, “inapplicabile” nel caso di istituti che hanno piani di studio con monte ore diversi.
«È stata scelta la soluzione più comoda per i trasporti, ma meno comoda per la scuola – ha sottolineato in questo colloquio con IlSole24Ore Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi -. I disagi colpiranno, come al solito, studenti e famiglie. Si pensi a chi frequenta istituti tecnici e professionali, e spesso viene da lontano. Se si entra alle 10, considerando un 6 ore al giorno di lezione, si tornerà a casa non prima delle 17, avendo pranzato con un panino. Stiamo parlando di adolescenti, non di adulti che lavorano su turni nelle fabbriche».
Domani, al suono della prima campanella, per 3,9 milioni di studenti (i restanti 3,5 milioni inizieranno il nuovo anno, in base ai calendari regionali, da lunedì al 20 settembre) sarà la prova del nove per le verifiche del green pass, da qualche giorno obbligatorio non solo per il personale scolastico, ma anche per chiunque acceda a scuola (genitori inclusi). «Siamo in attesa dell’attivazione della nuova piattaforma per i controlli automatizzati del nostro personale – ha proseguito Giannelli -. Come avevamo ipotizzato ad agosto, sono circa 100mila i dipendenti, tra professori e personale tecnico-amministrativo, senza vaccino. Chi domani non sarà in regola sarà considerato assente ingiustificato, e come tale perderà la retribuzione per quel giorno. A partire dal quinto giorno, se continua a non essere in regola, scatta la sospensione da servizio e stipendio, come prevede la legge. Anche i genitori, che entrano a scuola, penso soprattutto a infanzia e prime classi della primaria, dovranno essere controllati dal personale ausiliario; quanto ai soggetti esterni, non dipendenti dell’Istruzione, le verifiche sembrerebbero spettare anche ai rispettivi datori di lavoro. Ma su quest’ultimo punto, mi aspetto chiarezza. Faccio, però, una premessa. Noi presidi siamo d’accordo con il governo e sosteniamo il ministro Patrizio Bianchi, sulla certificazione verde obbligatoria perché aumenta la sicurezza collettiva. Detto ciò, rivendichiamo il diritto di evidenziare le criticità per arrivare a soluzioni condivise. Ad esempio, abbiamo chiesto al Parlamento di stabilire un numero di giorni di sospensione minimo del prof titolare senza green pass, diciamo 15 giorni, in modo da rendere appetibile la supplenza per chi deve assumerla».
A differenza di settembre 2020, quest’anno il distanziamento interpersonale non è più obbligatorio; e sulla mascherina i presidi aspettano indicazioni operative chiare sulle classi all vax: «Ho proposto di utilizzare una piattaforma informatizzata con semafori rossi e verdi, come quella per il personale – ha detto Giannelli -. C’è un tema delicato di privacy, e la scuola non può trattare dati sanitari sensibili dei ragazzi».
I dirigenti scolastici, che come ricorda il leader dell’Anp sono stati in prima fila da inizio pandemia con responsabilità e senso dello Stato, plaudono alla decisione del governo di riaprire le scuole in presenza e in sicurezza. «In quest’ottica occorrerà che tracciamento e gestione dei casi sintomatici a scuola siano trattati con sollecitudine e chiarezza da parte delle Asl territoriali – ha evidenziato Giannelli – In base alle direttive sanitarie, oggi la quarantena è di 10 giorni, 7 per i vaccinati. Occorrerà buon senso. Lo scorso anno al primo caso di Covid l’intera classe andava subito in quarantena. E quindi in Dad».
L’anno scolastico che sta per iniziare sarà fondamentale anche per le riforme in attuazione del Pnrr. «Abbiamo bisogno di uno sforzo massiccio sulla formazione – ha concluso Giannelli -. Le lezioni frontali non sono più efficaci come un tempo. C’è bisogno di cambiare la didattica e appassionare gli studenti»