Rivoluzione nei distretti, con Chioggia che rischia una forte penalizzazione, creazione di mega-dipartimenti funzionali tra ospedali che si intersecano con i dipartimenti strutturali (sono quelli interni agli ospedali), e una forte razionalizzazione delle struttura amministrativa, dove i direttori delle Unità operative complesse (Uoc) verranno ridotti di un terzo, da 24 a 8. Risparmi di risorse nelle figure apicali? Ben venga, dirà a ragione qualcuno. E però sarebbe il caso di interrogarsi anche su quali saranno le ricadute sui servizi al territorio. La Regione – e va da sé dal momento che è colei che ha imposti le linee guida – dice che non ce ne saranno, ma non tutti ne condividono l’ottimismo. Soprattutto sul fronte della riorganizzazione dei servizi dei quattro distretti sanitari (Venezia e isole, Mestre e terraferma, Dolo-Mirano, e Chioggia) in attesa che la scure, con la programmazione delle nuove schede ospedaliere, si abbatta sui primariati. Sarà la resa dei conti. Atto aziendale, che cos’è? La riorganizzazione dei servizi sanitari è prevista dall’atto aziendale che l’Usl 3 – aderendo alle linee guida dettate dalla Regione – ha presentato alla Commissione regionale guidata dal direttore generale Domenico Mantoan che, dopo averlo visionato, matita rossa in mano, dovrà rispedirlo al direttore generale dell’Usl Serenissima, Giuseppe Dal Ben per gli eventuali ritocchi. Solo dopo arriverà il via libera dalla Regione, con un decreto, atteso entro fine anno, dello stesso Mantoan. E’ questo il primo passo per la riorganizzazione sanitaria dopo l’accorpamento nella Usl Serenissima, propedeutico alla revisione delle schede ospedaliere dove, con il probabile accorpamento dei primariati, anche gli ultimi nodi – e saranno i più aggrovigliati da districare – verranno al pettine. L’organizzazione dei distretti. E’ uno degli aspetti più delicati della riorganizzazione, con le Unità operative complesse che, secondo un calcolo della Cgil Fp, passano da 23 a 16. Una riorganizzazione dalla quale soprattutto Chioggia rischia di uscire penalizzata, priva sia di unità operative complesse che semplici. Rimarranno a Chioggia solo quelle che vengono chiamate aggregazioni funzionali, e in misura ridotta (cure primarie, diabetologia, cure palliative, disabili e non autosufficienti e farmacia territoriale) rispetto a Mestre e Mirano-Dolo. Situazione simile per il distretto del centro storico che mantiene la sola Unità operativa semplice per le cure primarie. Uno degli aspetti più discussi riguarda l’accorpamento in una sola unità operativa semplice (sotto l’Unità operativa di Infanzia, adolescenza e famiglia) a Mestre a Mirano dei servizi dell’Età evolutiva e della neuropsichiatria infantile. Sul fronte delle Cure palliative rimarrà una sola Unità operativa complessa, e anche il Serd, dal punto di vista dell’organizzazione, diventerà uno solo. Mega-dipartimenti. L’accorpamento dell’Usl di Venezia e Mestre, Mirano-Dolo e Chioggia in una sola Usl ha portato alla creazione di 9 mega-dipartimenti funzionali: da radiologia a oncologia clinica, passando per neuroscienze o cardiovascolare. Ai capi dipartimento fanno riferimento i primari delle singole strutture ospedaliere. Facciamo un esempio: del dipartimento di radiologia clinica fanno parte anche le quattro Unità complesse di radiologia, con altrettanti primari, di Mestre, Venezia, Dolo-Mirano e Chioggia. E la radiologia di Mirano-Dolo, nell’ambito dei dipartimenti strutturali, fa capo alla direzione medica del presidio ospedaliero. È la premessa che, agli occhi di molti ai osservatori, porterà a una drastica riduzione dei primariati a partire dal 2018. Servizi amministrativi. Forte ridimensionamento anche sul fronte dei servizi amministrativi dove le unità operative vengono ridotte di due terzi, da 24 a 8. Perché se prima c’erano tre direttori delle risorse umane (uno per Usl) oggi ce n’è uno solo, con la differenza che prima poteva avere 2000 dipendenti e oggi se ne trova quasi 8000. Lo stesso vale per contabilità e il bilancio, o gli affari generali. (Francesco Furlan)
Le reazioni. «Rispettate le linee guida dettate dalla Regione»
«L’Atto aziendale è stato redatto a partire dalle “linee guida” predisposte al riguardo dagli organi competenti della Regione del Veneto. Sono queste “linee guida” che hanno indirizzato il lavoro di tutte le Usl del Veneto, e ad esse l’Atto aziendale dell’Usl 3 ha inteso corrispondere in modo puntuale». L’Usl Serenissima guidata da Giuseppe Dal Ben si affida ad una nota per spiegare come la razionalizzazione fatta non sia altro che l’adesione alle linee guida imposte dalla Regione. C’è chi però, come la Cgil Funzione pubblica, crede che questo non sia avvenuto del tutto. Tanto che, alcune settimane fa, il sindacato ha inviato una lettera con alcune osservazioni al direttore generale. Dice Daniele Giordano, segretario generale Cgil-Fp: «Riteniamo che con questo documento di programmazione si determini un impoverimento delle strutture distrettuali visti i tagli delle strutture operative complesse (cioè quelle strutture gestite dai Primari – ora Direttori) che sono veri centri di governance nella gestione dei servizi territoriali. Un esempio su tutti: il distretto di Chioggia viene praticamente declassato ad aggregazione funzionale, nemmeno ad unità semplice». In particolare la Cgil trova «sbagliata la decisione di non applicare quanto previsto dalle linee guida Regionali per l’attuazione degli atti aziendali rispetto all’accorpamento della Neuropischiatria Infantile con Età Evolutiva. Riteniamo che ancora una volta il territorio sia penalizzato attraverso scelte di programmazione che, provvedimento dopo provvedimento, lo stanno depauperando di servizi soprattutto nella parte del sociale. Ad esempio diventa poco razionale che le politiche di salute mentale, di neuropsichiatria infantile e delle dipendenze non vengano determinate ed attuate in sinergia tra loro vista l’articolazione organizzativa e i riferimenti territoriali in cui le diverse operatività vengono declinate con le previste aggregazioni Chioggia-Venezia, Venezia Dolo e Dolo Chioggia». Non ci sono cambiamenti rispetto alle unità operative degli ospedali, ma il problema riguarda « la carenza di organico già da ora urgente e il rischio che si pensi di tagliare posti letto, al fine di recuperare personale». «L’impoverimento dei distretti è evidente, ma è la conseguenza delle linee regionali. Il rischio dell’indebolimento delle aree periferiche per l’effetto calamita dell’hub provinciale, in questo caso l’ospedale dell’Angelo di Mestre, c’è tutto, ed è quello che dobbiamo evitare. Ora i veri tagli li vedremo con la programmazione delle nuove schede ospedaliere, a partire dal prossimo anno». È il punto di vista di Bruno Pigozzo consigliere regionale del Pd membro della commissione che a Palazzo Ferro Fini si occupa di sanità e che già due mesi fa aveva aspramente criticato le linee guida della Regione in materia sanitaria. Il disappunto è di molti, sempre relativo ai distretti, dove negli ultimi anni c’è stata anche una drastica riduzione del personale. Mentre si predicava la sanità territoriale, si smantellavano i distretti, un pezzetto alla volta, senza sostituire il personale che andava in pensione. (Francesco Furlan)
LA NUOVA VENEZIA – Venerdì, 15 dicembre 2017
LA NUOVA VENEZIA – Venerdì, 15 dicembre 2017