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Scure sull’Ulss 6 Tagli per 17 milioni entro fine anno

Il fondo regionale toglierà a Vicenza altri 17 milioni. Angonese: «Il cittadino non dovrà accorgersene»

Un rosso che il dg Ermanno Angonese si è trovato in eredità di 17 milioni, che poi, grazie a un’operazione di pulizia del bilancio e a maggiori trasferimenti regionali, si è ridotto, nel consuntivo finale 2012, a 5 milioni e mezzo. Un fondo sanitario regionale che nel 2013 toglierà a Vicenza qualcosa come 17 milioni e 620 mila euro. Un deficit previsto per il 2013 di 21,8 milioni. Un risultato pianificato d’esercizio da raggiungere di meno 14 milioni e 240 mila euro. Su questa cifra si dovrà, infatti, chiudere il cerchio economico al 31 dicembre.

Lo impone tassativamente la Regione, che alle Ulss più indebitate concede di rientrare gradualmente dal disavanzo. Vicenza non sarà, dunque, chiamata a cercare il pareggio a tutti i costi – come capita a Treviso fra le Ulss capoluogo e ad altre 11 Ulss di periferia, fra cui Bassano, Alto Vicentino e Ovest Vicentino – ma dovrà, comunque, operare un sforzo economico imponente. Il taglio obbligato da effettuare alla fine del 2013 sarà quindi di 7 milioni e 593 mila euro. Per questo il dgErmanno Angonese fa i conti del ragioniere e mette a punto i termini di una severa manovra finanziaria che, dopo i tagli già fatti fino ad oggi, impegnerà l’Ulss a rastrellare altri grossi risparmi.

«Non è semplice – spiega ma neppure impossibile. Siamo partiti, fra il passivo trovato e la minore entrata del fondo regionale, da circa 34 milioni da ripianare. Oggi siamo già a meno 22. Ora dobbiamo arrivare a meno 14».

Si profilano, quindi 6 mesi di ulteriore cura dimagrante. Angonese mostra fiducia. «C’è da fare una considerazione: questa Ulss in passato ha fatto perdite ogni anno, mala Regione ha sempre approvato i conti, per cui vuol dire che la gestione è stata corretta. Ora – aggiunge – la situazione è più complessa ma in questi primi mesi abbiamo già ottenuto un risultato consistente. Per centrare il traguardo rivedremo puntigliosamente, con la collaborazione di tutti, capitoli di spesa e budget, ma senza sfiorare servizi e qualità di prestazioni. Il cittadino non dovrà avvertire alcun riflesso».

E’ la prima volta che da Venezia, per effetto della decurtazione del fondo sanitario nazionale, arrivano meno soldi dell’esercizio precedente. Nel 2012 la Regione fece arrivare nelle casse dell’Ulss oltre 528 milioni di euro.

Nel 2013 arriveranno solo 510 milioni 461 mila. Un bel salasso. Per questo, dunque, la necessità di un meticoloso lavoro di analisi dei costi che il dg ha iniziato a fare, da un paio di mesi, a tavolino, assieme al direttore amministrativo Roberto Tomolo, coinvolgendo capidipartimento, primari, dirigenti amministrativi, per capire dove tirare una coperta già corta da ogni lato. O almeno così sembrava. Perché ora Angonese non esclude di trovare nuovi margini di economie in ambiti di spesa magari in passato poco esplorati. La sua strategia prevede tre direzioni: una nuova pulizia di bilancio, compressione di costi, e, se possibile, maggiori trasferimenti regionali. Con eventuale aggiustamento di rotta. «Lo vedremo – dice – strada facendo».

Saranno, però, inevitabilmente, sacrifici, anche se nel Veneto – non può essere consolatorio ma è così – ci sono Ulss ben più inguaiate: Venezia dovrà chiudere a meno 69 milioni e 120 mila.

Una montagna. L’azienda ospedaliera di Padova a meno 38 milioni e 700 mila. Rovigo a meno 34 milioni e 100 mila.

L’azienda ospedaliera di Verona a quasi meno 31 milioni.

L’Ulss di Verona a meno 28 milioni e 520 mila. La stessa Belluno non potrà superare un rosso di 13 milioni e 440 mila; Padova di 11 milioni e 640 mila.

Per non parlare di alcune Ulss minori, che hanno un numero largamente inferiore di residenti rispetto a Vicenza ma un bilancio più ballerino e molti più debiti: Chioggia dovrà chiudere a meno 12 milioni e 800 mila, San Donà a meno 10 milioni e 160 mila, Legnago a meno 6 milioni e 380 mila.

E senza considerare che Vicenza riceve una quota per abitante di 1.531 euro, contro, ad esempio, i 1.812 di Belluno, i 1.753 di Venezia, i 1.697 di Feltre, i 1.674 di Rovigo, i 1.636 di Chioggia.

Franco Pepe – Giornale di Vicenza – 26 giugno 2013 

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