Tutti i colleghi, tranne la vittima, erano a conoscenza della corretta procedura da adottare? Allora il datore ha correttamente informato i dipendenti sulle misure di sicurezza.
Il caso
La Corte di appello condanna un uomo per il delitto di omicidio colposo, aggravato dalla violazione delle norme antinfortunistiche sul lavoro. L’imputato era amministratore di una società a cui era stato subappaltato il montaggio dell’impiantistica della linea di “zincatura” presso il capannone di una acciaieria. Era successo che un operaio, di sua iniziativa e autonomamente, cercava di sollevare alcune vasche da installare con una corda non idonea allo scopo, come alcuni colleghi gli facevano notare. La corda si spezzava e l’operaio veniva schiacciato dalla pesante vasca, perdendo la vita. L’amministratore della società propone ricorso per cassazione sottolineando che l’evento si era verificato a causa dell’abnorme comportamento della vittima. A scagionare l’imputato è stato il comportamento degli altri colleghi della vittima, presenti al momento dell’incidente. Infatti, uno di questi aveva avvertito la vittima della non corretta procedura di sollevamento degli induttori, precisando che il sistema da adottare era un meccanismo che – come precisa la Cassazione nella sentenza 4513/13 – è «quel sistema di sollevamento che viene indicato nel piano sicurezza, con le annesse procedure da seguire in caso di suo utilizzo». Appare dunque illogico che la sola vittima non fosse a conoscenza di quale fosse il sistema idoneo, tanto più «che egli era di qualifica superiore rispetto agli altri operai».
Fonte: www.dirittoegiustizia.it – 12 aprile 2913