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Sei chihuahua stipati in valigia, scoperto traffico di cuccioli

E’ successo al Marco Polo di venezia. I cani erano in pessime condizioni di salute e d’igiene, senza passaporto e vaccinazioni. L’uomo, un ungherese, è stato denunciato e multato

MESTRE (Venezia) – Stipati in un unico trasportino, sporchi, impauriti, infreddoliti e già in vendita nonostante non fossero ancora svezzati. Così il Nucleo operativo Cites del Corpo forestale ha trovato sei cuccioli di Chihuahua all’aeroporto Marco Polo, qualche giorno fa. Un cittadino ungherese stava imbarcandosi per la Sicilia quando un dipendente si è insospettito alla vista del trasportino e ha contattato Cites per verifiche. L’ungherese non stava tentando di trafugare i cani, aveva anche pagato il biglietto per il trasporto ma all’appello mancava tutta la documentazione necessaria per l’introduzione di animali in Italia. All’apertura della valigetta, gli agenti sono rimasti a bocca aperta. In un unico trasportino erano stipati in precarie condizioni di salute sei cuccioli di due mesi e mezzo. Immediatamente sono scattati i controlli e quando il Corpo forestale ha visto che le bestiole erano prive di microchip e di documentazione le hanno subito affidate all’Usl 12 ed è scattata la denuncia ai danni dell’ungherese. I Chihuahua non solo erano sprovvisti di passaporto individuale, delle vaccinazioni e delle autorizzazioni obbligatorie all’ingresso nella penisola ma erano stati sottratti alla madre prima del limite fissato dalle legge per la commercializzazione, ossia tre mesi.

Invano, l’uomo ha tentato di difendersi. I forestali stanno ancora indagando ma da una prima ricostruzione dei fatti i piccoli erano già in vendita con tanto di fotografie pubblicate in internet. Oltre alla denuncia per maltrattamento di animali, detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura e traffico illegale di cuccioli l’ungherese ha ricevuto una multa di mille euro per importazione senza documenti. «Le festività natalizie sono un momento particolarmente favorevole per il commercio di cuccioli di cane», informa in una nota il Nucleo operativo Cites. Tante mamme e papà vogliono prendere un animale per la gioia dei piccoli di casa e per risparmiare non vanno negli allevamenti ma si rivolgono ai venditori del web. Non sanno però che i cani provengono da paesi dell’Est Europa e sono nati in allevamenti «spesso improvvisati e poco sicuri sotto il profilo igienico- sanitario», continua il Corpo forestale. Fatto ancora più drammatico, i cuccioli appena nati vengono tolti alle cure della madre e soffrono per maltrattamenti. Inoltre, si rischia di alimentare un traffico illegale che ha nell’aeroporto di Venezia il primo scalo utile per l’entrata in Italia. Ed è quanto le indagini stanno cercando di approfondire in queste ore. Non è la prima volta che il Corpo forestale intercetta emissari di organizzazione criminali che vendono cuccioli di razza illegalmente.

Ansa – 20 dicembre 2011

 

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