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Serenissima, appalto prorogato. Finanza mercoledì negli uffici dell’Usl 6 acquisisce tutta la documentazione

La guardia di finanza mercoledì ha visitato gli uffici dirigenziali dell’Usl 6, in cerca di documenti sui rapporti con il colosso delle mense Serenissima Ristorazione spa, da alcune settimane al centro di un’inchiesta della Corte di conti sulle forniture agli ospedali di Padova e Rovigo.

L’azienda fondata dal vicentino Mario Putin gestisce al San Bortolo la mensa per dipendenti e degenti, due bar e i distributori del caffè. L’appalto per il servizio mensa risulta essere scaduto a fine marzo scorso, ed è stato prorogato dall’Usl per ulteriori 15 mesi, fino al 30 giugno del 2015, per una spesa di 6 milioni 700 mila euro.

La nuova gara non era infatti stata programmata dall’azienda sanitaria per l’anno in corso. Non è comunque chiaro su che cosa nello specifico le fiamme gialle vogliano fare luce: la documentazione è stata copiata e consegnata loro.

«Non ero in ufficio quando si sono presentati ma confermo che i finanzieri hanno chiesto alla direzione amministrativa la documentazione sugli appalti con Serenissima – conferma il direttore generale dell’Usl 6 Ermanno Angonese – Hanno ritirato copia della documentazione, il tutto è oggetto di indagini perciò non mi sento di aggiungere altro».

La proroga dell’appalto, dice Angonese, è questione di routine dovuta alla scarsità di personale e alla difficoltà da parte degli uffici amministrativi nello «smaltire» la mole di nuove gare: «Se le procedure di gara non si concludono entro la scadenza dell’appalto per ragioni di organizzazione interna, si concede una proroga tecnica, quasi un automatismo – spiega Angonese – .Non c’è nessuna ragione se non quella di garantire la continuità dei servizi in attesa che si esplichino le gare. La situazione dell’organico è alquanto tesa e cerchiamo con le risorse a disposizione di fare il meglio». La proroga, si legge nella delibera 303 del 18 aprile, prevede di mantenere gli attuali costi: per la «giornata alimentare» dei dipendenti (11,6 euro più Iva) il costo è inferiore del 17% alla spesa massima prevista per legge (dl 95/2012), mentre il pasto dei pazienti costa 5,6 euro, ovvero 6 centesimi in più del tetto. Fatto che porterà l’Usl, nel periodo di proroga, a sforare di 18 mila 500 euro il tetto. «La proroga com’è ovvio mantiene le condizioni della gara – dice Angonese -, in questo caso spendiamo poco più dell’indicatore dato dalla norma nazionale. È un fatto di trasparenza scriverlo nero su bianco».

Il Corriere del Veneto – 6 settembre 2014 

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