La conferma arriva dall’Istituto superiore di sanità, mentre all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII si presenta un nuovo caso di Seu, portando a 19 il numero degli ammalati negli ultimi due mesi. I risultati delle analisi sui campioni di cagliata e su altri derivati del latte sequestrati dai carabinieri del Nas di Bari nei caseifici di Mola e Monopoli, eseguite a Roma, hanno confermato il sospetto: l’Escherichia coli, il batterio ritrovato negli alimenti e sulle attrezzature dei due caseifici, è dello stesso ceppo, lo 026, di quello che ha provocato la diffusione della Sindrome emolitico uremica in Puglia. Il raffronto era stato necessario per aiutare l’intera équipe che lavora per evitare il dilagare dell’epidemia, a restringere il campo delle possibili cause di diffusione.
Per questo, oltre a chiudere i due produttori di latticini e mandare a Roma i campioni da raffrontare con quello che contiene il ceppo 026, i carabinieri del Nucleo specializzato per la salute hanno continuato gli accertamenti in tutta la zona compresa fra Monopoli, Mola e Noci.
Si cerca in sostanza di ricostruire la filiera dei derivati del latte, individuando i fornitori del latte e, dall’altra parte, i clienti che hanno acquistato i prodotti. E ancora: le verifiche continuano sugli altri caseifici, nel tentativo di trovare fornitori comuni a tutti e, dunque, potenziali diffusori del pericoloso batterio.
Nel frattempo, domenica scorsa, all’ospedale pediatrico è arrivato un’altra piccola vittima della Seu, un bimbo di un anno e mezzo, di Noicattaro, comune che rientra a pieno titolo nella zona “a rischio”. Il piccolo avrebbe contratto l’infezione intorno a Ferragosto, tanto che i sintomi si sono manifestati il 26 del mese, ma il ricovero è stato deciso dai genitori solo il 1 settembre, quando le condizioni si sono aggravate.
Si procede dunque rapidamente, avvalendosi di un dato certo come il riscontro del ceppo 026. Nei giorni scorsi, si è anche tenuto un vertice operativo al ministero della Salute, a Roma, al quale hanno partecipato tutti i componenti dell’équipe investigativa, incluso i veterinari della Asl barese e i responsabili dell’Osservatorio epidemiologico pugliese.
Ulteriori novità potrebbero arrivare già la prossima settimana dalla Procura di Bari, dove i carabinieri hanno già presentato una prima informativa nella quale si ipotizza il reato di lesioni colpose. Il fascicolo, affidato al pm Renato Nitti, non ha al momento persone indagate, ma si attende ora la consegna da partedella seconda informativa.
Repubblica Bari – 7 settembre 2013