Il Consiglio del Veneto ha approvato con 34 voti a favore, 24 contrari e un astenuto, la legge che autorizza la Regione all’esercizio provvisorio del bilancio 2014. A fronte della mancata approvazione del bilancio, il ricorso a questo strumento autorizza l’operatività della Regione, delle venti società partecipate e delle 24 aziende sanitarie a gestire per i primi quattro mesi del nuovo anno, sulla base delle previsioni di entrata e di spesa del bilancio preventivo 2014, presentato dalla Giunta all’assemblea il 19 dicembre scorso. «Per il terzo anno consecutivo il Veneto ricorre all’esercizio provvisorio del bilancio», ha rilevato Piero Ruzzante (Pd) «si tratta di un elemento negativo che ritarda gli interventi della Regione, ma almeno così non si scaricano i ritardi della maggioranza sugli stipendi dei dipendenti della Regione, delle Ulss e degli enti strumentali».
Stefano Peraro (Udc) e Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) hanno invece lamentato come l’assenza di programmazione finisca per danneggiare alcune categorie, come i forestali stagionali, privi di stipendio».
In precedenza, l’assemblea aveva dato il via libera, a maggioranza, al Dpef 2014 accompagnando però il Documento di programmazione economica e finanziaria con una risoluzione trasversale che detta alcune regole sul prossimo bilancio di previsione, in discussione a gennaio.
L’atto d’impegno chiede alla Giunta di elaborare il Dpef 2015 specificando meglio la correlazione tra azioni programmate e risorse ed individuando le priorità, sia di spesa sia legislative. Quanto al Dpef 2014, il Consiglio vincola la Giunta ad integrarlo con un piano di razionalizzazione delle società regionali e degli enti strumentali e con un «buon monitoraggio della capacità del sistema Veneto di attrarre fondi diretti della Comunità europea».
Infine la risoluzione approvata indica le priorità per il bilancio di previsione 2014 chiedendo risorse adeguate per l’inserimento lavorativo dei giovani, lo sviluppo della rete infrastrutturale (compresa la banda larga), il sostegno alle start up e all’innovazione nelle imprese, la valorizzazione dell’Arpav.
Adeguate risorse vengono chieste anche per salvaguardare le politiche sociali, impegnando la Giunta a mantenere «l’invarianza» del fondo per la non autosufficienza e a ripristinare il fondo per il trasporto dei disabili ai Ceod.Adeguate risorse vengono chieste anche per il settore primario (riassicurazione del credito, agricoltura sociale, microcredito per i giovani imprenditori, sostegno ai prodotti a chilometro zero). Nel dibattito sono intervenuti gli assessori Elena Donazzan, Isi Coppola, Marino Zorzato e infine maggioranza e opposizione hanno rivolto un appello unanime all’esecutivo perché «Concerti con le università venete la misure di finanziamento della ricerca e delle modalità di selezione dei progetti».
ll dibattito in Consiglio
Il Consiglio ha accompagnato il Dpef con una risoluzione approvata con una maggioranza trasversale (42 voti a favore, 11 astensioni e un voto contrario) che detta alcune regole sul prossimo bilancio di previsione, in discussione a gennaio, e rivista l’impostazione del futuro Dpef 2015.
Il documento di programmazione delle politiche e degli interventi della Regione del prossimo anno, infatti – chiede il Consiglio – dovrà individuare in modo chiaro le priorità, precisare quali sono le risorse per tener fede agli obiettivi prefissati, e adottare alcune scelte di fondo nei bilanci regionali.
Il documento di impegni – messo a punto dalla commissione Affari istituzionali e Bilancio grazie anche al lavoro di consultazione con le parti sociali e illustrato in aula dal presidente Costantino Toniolo (Pdl-Ncd) – chiede alla Giunta di elaborare il Dpef 2015 specificando meglio la correlazione tra azioni programmate e risorse ed individuando le priorità, sia di spesa sia legislative.
Quanto al Dpef 2014, il Consiglio vincola la Giunta ad integrarlo con un piano di razionalizzazione delle società regionali e degli enti strumentali e con un buon “monitoraggio della capacità del sistema Veneto di attrarre fondi diretti della Comunità europea”.
Infine la risoluzione approvata indica le priorità per il bilancio di previsione 2014 chiedendo risorse adeguate per l’inserimento lavorativo dei giovani, lo sviluppo della rete infrastrutturale (compresa la banda larga), il sostegno alle start up e all’innovazione nelle imprese, la valorizzazione dell’Arpav. Adeguate risorse vengono chieste anche per salvaguardare le politiche sociali, impegnando la Giunta a mantenere “l’invarianza” del fondo per la non autosufficienza e a ripristinare il fondo per il trasporto dei disabili ai Ceod. Adeguate risorse vengono chieste anche per il settore primario (riassicurazione del credito, agricoltura sociale, microcredito per i giovani imprenditori, sostegno ai prodotti a chilometro zero). Infine maggioranza e opposizione hanno condiviso unanime una richiesta di impegno alla Giunta perché “concerti con le università venete la misure di finanziamento della ricerca e delle modalità di selezione dei progetti”.
Nel corso del dibattito, che ha sottolineato la novità delle linee-guida date dal Consiglio alla Giunta,Piero Ruzzante (Pd), vicepresidente della commissione Bilancio e relatore di minoranza del Dpef, ha messo l’accento sulle richieste esplicite rivolte alla Giunta in materia di fondi comunitari, occupazione giovanile, innovazione e competitività delle imprese, infrastrutture. “Mi auguro – ha scandito – che le nostre indicazioni a favore dei giovani e dell’ottimizzazione delle risorse comunitarie siano effettivamente rispettate quando andremo ad approvare il bilancio di previsione 2014”.
“Questo è il Documento di programmazione economica e finanziaria dell’ultimo anno pieno di legislatura, e cade alla vigilia del prossimi ciclo di programmazione dei fondi europei (2014-2020) – ha puntualizzato Stefano Fracasso (Pd) – ma in questo Dpef non troviamo traccia di come la Regione intenda affrontare la crisi del settore manifatturiero in Veneto, settore centrale per la nostra economia. Tra i temi ‘assenti’ o poco incisivi del Documento di programmazione economica e finanziaria Fracasso ha evidenziato quelli dell’alta formazione(“a quando un Politecnico veneto?”) e del potenziamento infrastrutturale per il trasporto su rotaia. “Cerchiamo di utilizzare al meglio quest’ultimo bilancio pieno del nostro mandato per fissare le priorità e riuscire a rispettarle valorizzando al massino le opportunità dei fondi europei”.
Per Nereo Laroni, presidente della commissione speciale per le Relazioni internazionali, appare cruciale – in questa fase di crisi politica ed economica – “massimizzare l’utilità della programmazione comunitaria”, sintonizzando la programmazione regionale con gli obiettivi fondamentali della Comunità europea e le relative risorse stanziate, tra l’altro in aumento di 50 milioni di euro rispetto al precedente ciclo programmatorio. “Dobbiamo riuscire a superare il limite dell’estrema parcellazione delle risorse dei Fondo per lo sviluppo regionale – ha spiegato Laroni – per evitare di disperderle in mille rivoli e riuscire a canalizzarle su progetti importanti, come gli investimenti in cultura che, a parità di investimento, sono quelli che garantiscono i migliori risultati in termini di occupazione”.
“Gli impegni della risoluzione sono tutti validi e condivisi – gli ha fatto eco Roberto Fasoli (Pd) – ma se non ci sarà un patto politico di fine legislatura rischiamo restino solo buoni propositi”. “In questo documento abbiamo scritto quello che dovremmo fare per il Veneto – ha polemizzato Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra veneta), motivando il proprio voto di astensione – ma nel frattempo la Giunta ci ha fatto approvare un bilancio di assestamento in scandaloso ritardo e ha presentato in grande ritardo una bozza di bilancio di previsione che non tiene conto del documento di indirizzo che abbiamo ora approvato. Questo documento, invece, implicherebbe un cambiamento sostanziale del bilancio 2014 e del pluriennale ad esso collegato”.
“Approvando questa risoluzione – ha prospettato Graziano Azzalin (Pd) – ci siamo tutti impegnati a correggere il bilancio 2014 con un maxiemendamento collettivo”, che dovrà – ha esemplificato il consigliere polesano – modificare le poste per la gestione delle risorse idriche, per le aree protette, per il settore primario. Anche Sergio Reolon (Pd) ha sottolineato la valenza politica del documento di indirizzo adottato dal Consiglio che impegna la Giunta a mettere ‘nero su bianco’ priorità e risorse, uscendo dalla vaghezza del Dpef.
“Ci auguriamo che almeno per l’ultimo anno della legislatura – ha aggiunto il capogruppo del Pd Lucio Tiozzo – sia possibile il ripristino di un corretto rapporto tra Giunta e Consiglio, dove la prima dà attuazione ad indirizzi e priorità indicate dal secondo”. Per Tiozzo l’urgenza della crisi economica e sociale impone alcune scelte immediate, già con il bilancio 2014, senza rinviare a programmazioni future.
“Il Dpef 2014 delude – ha commentato Diego Bottacin (gruppo misto) – perché non presenta alcun carattere innovativo rispetto ai documenti di programmazione economica e finanziaria presentati negli anni precedenti, non affronta i temi sostanziali della riduzione della spesa pubblica, delle dismissioni delle partecipate e della riorganizzazione dei livelli istituzionali”.
Dario Bond, capogruppo del Pdl-Nuovo centro destra, ha focalizzato l’attenzione sul prossimo Documento di programmazione economica e finanziaria mettendo in evidenza gli elementi di verifica sui quali il Consiglio chiede di misurare il Dpef 2015, come l’inserimento lavorativo dei giovani e l’utilizzo dei fondi comunitari. “Mi sembra che aver inserito questi elementi di verifica e di monitoraggio dell’operato della Giunta – ha sottolineato Bond – sia un passaggio utile di trasparenza, di nuova programmazione e di democrazia partecipativa”.
Infine, nella loro replica, gli assessori hanno puntualizzato i risultati conseguiti sinora. Elena Donazzan, assessore al lavoro ed esponente del Pdl-Ncd, ha ricordato che le sollecitazioni arrivate dal Consiglio sono già state fatte proprie dalla Giunta, in particolare in merito agli accordi tra atenei regionali (“Univeneto”) e agli interventi per contrastare la disoccupazione: “Se in Veneto la disoccupazione registra un tasso inferiore al 25 per cento e viene giudicato ‘non preoccupante’ dal governo nazionale – ha fatto notare – significa che le politiche regionali perseguite sinora hanno sortito risultati concreti e misurabili”. “Fare la somma delle priorità nelle voci di spese, senza rivedere le entrate, è un esercizio poco interessante e deresponsabilizzante”, è stato il monito del vicepresidente Marino Zorzato (Pdl-Ncd), assessore alla programmazione. Che ha invitato l’assemblea e la maggioranza a costruire in anticipo, con linee guida di responsabilità e coerenza, il Dpef per il 2015. Anche Maria Luisa Coppola (Pdl-Ncd), assessore alle attività produttive, ha ricordato quanto fatto dalla Giunta a sostegno delle start up, dell’innovazione nelle imprese e nelle reti di impresa.
Il Mattino di Padova – 28 dicembre 2013