Si apre oggi, 16 novembre, alle 15, a Palazzo Marini, alla Camera dei deputati, il 44° congresso nazionale del Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica. Un tema, “Crisi della finanza pubblica e sostenibilità del welfare”, e un momento di grande difficoltà per l’economia e la vita del Paese che spingono il SIVeMP a una approfondita riflessione sulle misure da mettere in campo per promuovere le riforme di cui l’Italia ha bisogno e salvaguardare, nel contempo, l’universalismo e il diritto alla salute. E in cui la valorizzazione dei professionisti del Ssn diventa una condizione necessaria per la sostenibilità del sistema sanitario. Una tre giorni di confronto e dibattito che vede al centro, giovedì 17 novembre, il convegno nazionale COSMeD “Il sistema previdenziale e le riforme dettate dalla crisi della finanza pubblica” in cui si confronteranno esponenti della politica e rappresentanti degli enti previdenziali per fare il punto sulle misure per i professionisti della sanità.
Questo pomeriggio ad aprire i lavori sarà la relazione del segretario nazionale SIVeMP Aldo Grasselli, cui seguiranno gli indirizzi di saluto dei rappresentanti del ministero della Salute, del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di Fnovi, Enpav, Onaosi, Università, Regioni, oltre a quelli dei segretari nazionali delle altre sigle sindacali del Ssn. «Siamo in una fase difficilissima e tutti indistintamente siamo chiamati a fare sacrifici – afferma Grasselli – ma per identificarsi in questo impegno serve una proposta in cui gli italiani riconoscano che pesi e sacrifici sono suddivisi in modo equo. Speriamo di non vedere d’ora in avanti solo il taglio delle tredicesime, il taglio dei posti letto nella sanità e il taglio dei posti di lavoro di medici, veterinari, sanitari, di tutto il pubblico impiego per risparmiare chi non ha mai dato nulla per uscire dalla crisi».
L’impatto della crisi e della politica economica del governo Berlusconi sui dipendenti del Ssn, sottolinea il segretario SIVeMP, sono stati e saranno devastanti. A dimostrarlo qualche semplice dato: il mancato rinnovo contrattuale porterà in cinque anni, per un dirigente veterinario con uno stipendio lordo annuo di 86.800 euro, ad una perdita secca di oltre 36mila euro. Per non parlare del Tfr: grazie alla manovra estiva e alla circolare 16 dell’Inpdap, un dirigente, dopo un’intera vita lavorativa per il servizio pubblico, dovrà aspettare sino a 51 mesi, più di 4 anni, per ottenere tutta la sua buonuscita.
«A fronte di tagli per 12 miliardi di euro al Ssn e la reintroduzione del ticket di 10 euro sulla specialistica – spiega ancora Grasselli – i provvedimenti legislativi urgenti e necessari in materia di sanità (Governo clinico, riforma ordini e sperimentazioni, biotestamento) non sono riusciti a superare l’esame parlamentare». E tutto questo mentre i servizi veterinari delle Asl “soffrono” per il mancato turn over, mentre la prevenzione in materia di sicurezza alimentare e salute animale arretra e l’ossessione della riduzione dei costi spinge le aziende sanitarie all’abuso di contratti atipici che alimentano un precariato, senza tutele e di lunga durata, che mina la possibilità stessa di assicurare qualità e continuità ai servizi. «E’ nostro impegno – afferma il segretario – recuperare le prerogative sindacali, a partire dal Ccnl 2013-2015, che non vogliamo sia seppellito sotto le macerie della crisi e dalla contrattazione decentrata». E aggiunge: «E’ ora di leggere e analizzare il Ssn per quello che vale non per quello che costa». Quanto al difficile momento odierno Grasselli dice: «Dovremo lavorare duro ma sappiamo che dobbiamo, possiamo e vogliamo farlo per il nostro Paese»
15 novembre 2011