La Camera dei deputati ha approvato il ddl anticorruzione. Il provvedimento torna al Senato. I voti favorevoli sono stati 354, i contrari 25, gli astenuti 102. Tra questi, oltre ai deputati leghisti, hanno deciso di astenersi anche 38 esponenti del Pdl tra cui Gaetano Pecorella, l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano, Guido Crosetto, Aldo Brancher e Renato Brunetta.
Dopo un articolato dibattito, la Camera ha anche dato via libera a numerose correzioni formali del testo. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha affermato in aula che le correzioni sono «solo formali». Il capogruppo dei leghisti Dozzo si è opposto, ma la votazione dell’aula ha confermato il giudizio della presidenza. A votare a favore sono stati Pd, Pdl, Udc, Fli e Api. Hanno votato contro Idv e Grande sud. Si sono astenuti Lega, Popolo territorio e Radicali.
Seduta carica di tensione
Ieri il governo aveva incassato le tre fiducie. Il testo contiene le norme sulla prevenzione, tra cui disposizioni per una maggiore trasparenza nella pubblica amministrazione e la delega al governo per la non candidabilità dei condannati. Più la parte penale con dentro la contestata nuova concussione (Induzione indebita a dare o promettere utilità). Ci sono poi i nuovi reati di traffico di influenze illecite e corruzione tra i privati. Inasprite le pene per la corruzione. La seduta é stata densa di tensioni anche al momento del coordinamento formale del testo e sono molti i maldipancia soprattutto dentro al Pdl.
Incandidabilità dei condannati: nuove norme entro le politiche 2013
Si era chiuso con il sì dell’Aula a un ordine del giorno targato Pd e sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari che impegna il Governo a esercitare la delega per rendere applicabile le nuove norme sull’incandidabilità dei condannati in tempo utile per le prossime elezioni politiche del 2013 il dibattito in Aula alla Camera sul ddl anticorruzione.
Botta e risposta Di Pietro-Fini in aula
Botta e risposta fra Antonio Di Pietro e Gianfranco Fini in aula alla Camera. Il presidente dell’assemblea ha richiamato il leader dell’Idv a “rispettare i colleghi”, dopo che Di Pietro aveva accusato i deputati di “ipocrisia” e di votare il ddl anticorruzione anche contro le loro convinzioni. «La invito a rispettare i colleghi – lo ha ammonito Fini – ognuno vota secondo coscienza». «Magari», ha replicato Di Pietro, nuovamente richiamato da Fini.
Divieto di accesso agli appalti per i condannati di mafia
Nella seduta di questa mattina è stato approvato in particolare un emendamento del Partito democratico all’articolo 7 che modifica il decreto legislativo del 2006 relativo al Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. La novità riguarda il divieto di accedere ad appalti pubblici per soggetti che siano stati condannati per reati di mafia, sequestro di persona, terrorismo e per i delitti contro la pubblica amministrazione. L’emendamento estende il veto anche a chi si sia reso colpevole del reato di concussione per induzione, la nuova fattispecie penale introdotta dal ministro della Giustizia Paola Severino con lo “spacchettamento” del reato di concussione. L’emendamento è passato con l’astensione dei gruppi del Pdl e della Lega.
ilsole24 ore.com – 15 giugno 2012