Il Sivemp del Veneto ha scritto ai componenti della V commissione consiliare e ai vertici regionali per esprimere la preoccupazione dei veterinari di medicina pubblica di fronte alle ultime iniziative legislative, in particolare la Dgr 2271 e la Dgr 2611, con cui la Regione sembra intenzionata a smantellare il sistema di controlli a tutela della sanità veterinaria e della sicurezza alimentare, arrivando ora addirittura a disgregare le competenze a livello regionale. Mettendo in pericolo un sistema che funziona e che ha permesso al nostro agroalimentare di mantenere e accrescere nel tempo i livelli di eccellenza con cui è conosciuto anche all’estero. E questo in un momento in cui alla grave crisi economica si aggiungono nuove minacce e fattori di rischio. Nella lettera inviata a presidente, vicepresidente e componenti della V commissione, il Sivemp chiede urgentemente un incontro.
Dopo la penalizzazione e la decapitazione dei servizi veterinari territoriali della Ulss, che si sta mettendo in atto con la Dgr 2271, la predisposizione degli atti aziendali e la riorganizzazione dei Dipartimenti di prevenzione, ora la Regione sembra intenzionata a fare scempio anche del modello organizzativo regionale a tutela della sicurezza alimentare, frammentando in modo incomprensibile le competenze e distribuendole come fossero coriandoli tra le strutture regionali più disparate.
Tutto questo in barba alle previsioni della legge 158/2012, il decreto Balduzzi, e alla stessa legge regionale 23/2012, il piano socio sanitario del Veneto, che prevedono sia costituita in ogni Ulss un’area della sanità veterinaria e della sicurezza alimentare, di cui fanno parte i tre servizi veterinari più il Sian. Un modello, dice il Pssr, “in linea con l’organizzazione regionale”. Modello di riferimento peraltro ribadito anche nella recentissima dgr 2271/2013. Quella stessa organizzazione che ha sempre rappresentato un vanto per la veterinaria regionale e non solo, tanto che la Sezione sanità veterinaria e sicurezza alimentare del Veneto coordina l’attività interregionale del Gruppo tecnico Sanità veterinaria e Igiene alimentare della Conferenza Stato-Regioni.
Un modello peraltro uniforme e uguale in tutt’Italia nella catena di comando, dal Ministero della Salute ai servizi territoriali. Fino ad ora anche in Veneto.
Da ieri non è più così. Con la pubblicazione sul Bur numero 20 della Dgr 2611 del 30 dicembre, con cui la Giunta regionale provvede all’assegnazione di competenze e funzioni alle nuove strutture regionali, quelle in materia di sicurezza alimentare vengono disgregate senza una logica apparente.
Ad esempio le competenze dei Sian, servizi di igiene degli alimenti (di origine vegetale) e nutrizione, vengono smembrate tra la Sezione attuazione della programmazione sanitaria, che si occuperà di sorveglianza e prevenzione nutrizionale, e la Sezione prevenzione e sanità pubblica, che si occuperà di tutela igienico-sanitaria degli alimenti. Quali alimenti? La delibera (allegato A) non lo dice e così arriviamo al paradosso. E cioè che la Sezione veterinaria e sicurezza alimentare non si dovrebbe occupare più di igiene degli alimenti, neppure di quelli di origine animale. Sua competenza rimarrebbe solo nel campo della sanità animale. Così i servizi veterinari verrebbero di fatto smembrati, con l’area B (igiene degli alimenti) che farebbe riferimento alla Prevenzione e le aree A (sanità animale) e C (igiene degli allevamenti) che rimarrebbero nell’alveo della Sezione sanità veterinaria e sicurezza alimentare.
Anche se in realtà “chi fa cosa e come” sembra ancora tutto da capire….. Incertezza che non farà che aggravare la già problematica situazione dei servizi regionali, da tempo carenti di personale (tra l’altro non adeguatamente inquadrato) mettendone a rischio l’autorevolezza.
Non sappiamo quali siano i principi ispiratori di una riorganizzazione caotica che non ha uguali in Italia e che mette il Veneto all’angolo, senza corrispondenze e riferimenti certi a livello ministeriale e nelle altre Regioni. In questo momento ci fermiamo a considerare le conseguenze di decisioni che appaiono sempre più gravi. Qui non è in gioco solo la sanità veterinaria che qualcuno si sta “divertendo” a smantellare. Questa è una partita importante per la salute dei cittadini e per la tutela del settore primario del Veneto.
Perciò come sindacato dei veterinari di medicina pubblica ci sentiamo in dovere di fare un richiamo alla responsabilità e alla razionalità: non buttiamo a mare un sistema di controlli che funziona e che ci ha reso competitivi sui mercati. I prezzi da pagare sarebbero altissimi per tutta la comunità veneta.
Roberto Poggiani
Segretario regionale Sivemp-Fvm Veneto
19 febbraio 2014
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