Sicurezza e commercio, la Padova di Bitonci. Più telecamere e illuminazione e piazze «vive». Ma niente nuovo ospedale
Vince la Padova del «cambiamento». Senza sconti per il sistema che ha retto la città per 15 anni. Nel senso che la struttura dell’amministrazione è destinata a mutare radicalmente, e non solo colore politico. È un altro modo di vedere le cose, e di metterle in pratica. Massimo Bitonci, il vincitore della contesa, che per gli avversari è sempre stato l’uomo venuto da Cittadella, lo aveva detto e ripetuto più volte, destando talvolta qualche mal di pancia tra gli stessi alleati centristi: «Solo i “migliori” al governo, quelli più tecnici, in rapporto a competenze acquisite».
Di qui l’alleanza con Maurizio Saia, l’uomo della sicurezza, che peraltro concede: «Bitonci ha superato il primo turno perché è stato più “bravo”, anche di me. Ha vinto le “Primarie” di centrodestra, e poi è riuscito a portare alle urne l’entusiasmo della gente, che si è accalcata attorno a lui sempre di più, giorno dopo giorno». E la «sicurezza» è stata la parola magica che ha consentito al centrodestra di prevalere.
«Vedrete – afferma Bitonci – che in ogni quartiere sarà istituito un centro di sicurezza, con polizia urbana. Vedrete le ordinanze contro l’accattonaggio molesto; il pattugliamento del territorio anche nelle ore notturne e il controllo delle residenze e del sovraffollamento degli alloggi; l’incremento delle telecamere ad alta tecnologia, che saranno aumentate secondo un piano quinquennale (ne metteremo altre mille); l’illuminazione nei quartieri, in centro e lungo gli argini. E colpiremo il consumo “pubblico” di alcolici al di fuori di aree dedicate». Secondo Saia, del resto, «la prima cosa da fare è motivare la polizia municipale, anche con segnali forti, come il cambio della guardia dei vertici». Ma la nuova Padova non è solo sicurezza. «È trasparenza nei rapporti con l’amministrazione – afferma Bitonci – e cioè la centralità dei cittadini e delle famiglie, che non devono più subire le decisioni prese manu militari dal pro-sindaco non eletto Ivo Rossi: si pensi alla pedonalizzazione di via Porciglia o di piazza Portello. Noi siamo per il dialogo, per l’ascolto. Le scelte vanno condivise. E la nostra stessa attività sarà sottoposta al controllo dell’assessore per l’opposizione». Il nuovo sindaco pensa ad una riduzione responsabile delle imposte comunali.
«Asciugando l’amministrazione. A proposito, spero che i 18 dirigenti comunali a contratto non abbiano votato per noi. Perché devono fare le valige. Come d’altra parte le tante associazioni inutili che drenano denaro pubblico». Nelle intenzioni del sindaco, la nuova Padova è più viva. «D’altra parte, una città più vissuta è anche più sicura. Per i bar e i locali in centro, inizia l’epoca della “patente a punti”: nessuna limitazione di orario, ma se qualcuno si comporta male, le conseguenze ci saranno. Ci vuole collaborazione. E vedrete le agevolazioni per negozi che realizzino attività di promozione della città, come spettacoli e concerti; e le concessioni del plateatico per tutto l’anno a canone fisso, come accade in Germania e in altri Paesi del Nord Europa».
Peraltro, il sindaco prevede di rivedere gli strumenti urbanistici del Pat e del Pati. «Il nuovo auditorium lo faremo in Fiera – afferma – che è servita da mezzi pubblici, è circondata da parcheggi, peraltro di proprietà del Comune, ed è facilmente accessibile dalla viabilità principale. Quanto a piazzale Stazione, il progetto lo abbiamo già realizzato e ora sarà discusso e condiviso con gli utenti, i tassisti, le forze dell’ordine e tutte le categorie interessate. Punti cardine della nuova viabilità saranno l’accesso delle auto private al piazzale stazione e la soluzione dei problemi di viabilità veicolare e pedonale in tutta l’area, di modo che le code e i continui ingorghi siano per sempre dimenticati». Bitonci conta di fare parcheggi in centro, e di rivedere la Ztl: «Sono gli stessi residenti che non la vogliono più; i parenti faticano a raggiungerli». E ovviamente è contro al nuovo ospedale.
Marco de’ Francesco – Il Corriere del Veneto – 9 giugno 2014