L’azienda lo aveva fatto pedinare, sospettando che durante i permessi sindacali facesse tutto tranne il delegato. Dopo averlo sospeso, ieri Clivet, l’azienda di impianti di condizionamento di Feltre per cui lavorava, ha dato il benservito a Giorgio Pellencin, Rsu della Fiom. Il sindacato, ieri, ha annunciato battaglia, per cui la storia con molta probabilità finirà in tribunale.
«Giudico la decisione del licenziamento molto grave e senza precedenti nella storia sindacale di questa provincia, – ha commentato il segretario provinciale di Fiom Cgil Luca Zuccolotto – Mette in discussione le libertà sindacali sancite dalle leggi e dallo Statuto dei lavoratori». Pellencin, secondo un report di Clivet, avrebbe utilizzato parte delle ore a disposizione per fini personali. Di lui hanno annotato tutto: spostamenti, orari di entrata e uscita da casa, auto utilizzata, persone incontrate, luoghi frequentati. Martedì scorso gli hanno presentato una lettera di sospensione dal lavoro, solitamente anticamera del licenziamento. Come da contratto nazionale, lui ha avuto 5 giorni per difendersi dalle osservazioni dell’azienda. Effettivamente ha mandato un lettera ai responsabili dello stabilimento di Villapaiera, che però non hanno ritenuto sufficienti le motivazioni.
Così il sindacato ha valutato la difesa per vie legali: «La Fiom-Cgil – ha spiegato Zuccolotto – respinge il licenziamento del delegato Pellencin, ritiene pretestuose e illegittime le motivazioni adottate dall’azienda per licenziare il lavoratore, e a tal fine ha già dato mandato ai propri legali per la tutela dell’organizzazione e del lavoratore colpito dal provvedimento di licenziamento». L’azienda rimane in silenzio: il momento è delicato e non si vuole far trapelare nulla. L’accusa potrebbe essere quella di comportamento antisindacale. L’uso di un servizio di «spionaggio» da parte dell’azienda, inoltre, potrebbe inibire anche i sindacalisti rimasti in azienda. Se sarà giudicato lecito, il licenziamento di Pellencin può creare un precedente.
Andrea Zucco – Corriere del Veneto – 5 novembre 2014