Nell’ambito della valutazione sull’efficacia ed efficienza delle basi normative della sicurezza alimentare Ue (REFIT), la Commissione europea ha considerato anche il sistema di allerta rapida (RASFF) che mette in rete gli incidenti di sicurezza alimentare, con ritiro dei prodotti dal commercio da parte delle autorità di controllo dei 28 paesi europei. Attivo dal 1979, il sistema è stato poi incardinato nel regolamento 178/2002 (articoli dal 50 al 57), e valutato dalla Commissione europea nella finestra di funzionamento che va dal 2002 al 2013.
La Commissione ha usato come base dei dati 75 risposte dai punti di contatto nazionali e 47 delle parti economiche interessate, ma ha consultato anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e altri attori (come la Food and Drug Administration). Se la valutazione è positiva, sia per le notifiche originali (oltre 3.000 per il 2013) che per le azioni di scambio di informazioni successivo da parte delle agenzie (oltre 5.150), anche gli scopi di protezione del mercato interno e della salute dei consumatori rimangono invariati, con una impressionante velocità di reazione (il 94% delle allerte trasmesse entro 24 ore).
In una approfondita relazione, l’esecutivo Ue rimarca il ruolo crescente che potrebbe avere l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa ) nella gestione delle allerte. Sebbene infatti la normativa prevedesse dall’inizio un ruolo attivo di Efsa, in realtà questa non è mai stata coinvolta. La Commissione considera centrale una chiara perimetrazione del rischio, oggi assente: a tutt’oggi un aspetto controverso riguarda le motivazioni del ritiro.
Tale aspetto è emerso con particolare forza nel caso delle frodi alimentari: costituiscono in quanto tali in rischio, in mancanza di una assicurata tracciabilità – con le falle che comporta non sapere l’esatta provenienza di un cibo – o invece no? Altro esempio, i residui fitosanitari su frutta e verdura oltre i Limiti Massimi di Residuo (LMR): rappresentano un rischio e quindi un motivo giuridicamente fondato per il ritiro oppure no? Di fatto i LMR sono soglie estremamente cautelative e non comportano un rischio per sé.
Sono questioni da chiarire, perché gli Stati europei hanno preso nel passato anche recente diverse posizioni in materia. Efsa in tal senso potrebbe avere un suo ruolo preciso, soprattutto in caso di rischi emergenti e poco noti, da meglio caratterizzare nei loro effetti. Le differenti letture di cosa rappresenta un rischio e cosa no possono dipendere da norme nazionali diverse o da approcci amministrativi diversi.
Un altro aspetto in discussione riguarda poi la possibilità di rendere trasparente il nome dell’azienda soggetta al ritiro dei propri prodotti a marchio, in modo da meglio delimitare una crisi alimentare.
Alcuni casi, ad esempio, come il ritiro di panettoni prodotti con ingredienti avariati nel 2009, hanno infatti causato un crollo generalizzato del mercato del prodotto in questione, per sfiducia degli acquirenti a questo punto generalizzata e non delimitabile alle reali marche incriminate.
Il Punto Coldiretti – 2 novembre 2015