Comunicato del Sivemp Molise. “La grave paralisi in cui versa la Sanità Regionale rischia di essere esplosiva per la veterinaria e la zootecnia regionale, che, a causa della carenza ormai storica di personale, è impossibilitata ad adempiere ai compiti ad essa assegnata con il rischio, ormai concreto, di perdere le qualifiche sanitarie sia per la regione e che per i singoli allevamenti”.
Ad affermarlo sono le segreterie regionali e aziendali SIVeMP (Sindacato italiano Veterinari di Medicina Pubblica). La nota stampa inviata ai media locali disegna uno scenario non proprio edificante: purtroppo, nel disinteresse generale, si vanificano anni di lavoro, spesso per inseguire piccoli interessi di bottega che non hanno nulla a che vedere con l’interesse collettivo e in particolare con il sacrificio di migliaia di imprenditori zootecnici, che a fronte di enormi sacrifici, riescono a mala pena a guadagnare il minimo indispensabile per il sostentamento delle loro famiglie.
“Guardando gli eventi degli ultimi mesi sembra che si stia portando a termine il disegno perverso di distruggere la zootecnia della Regione Molise e mettere in strada centinaia se non migliaia di famiglie.
Negli ultimi anni nella regione Molise la Sanità Animale ha raggiunto traguardi insperati che si inseguivano da decenni, e la stavano portando ad allinearsi epidemiologicamente alle più evolute regioni del nord Italia. Traguardi che avrebbero portato, già a decorrere dal prossimo anno, ad una riduzione dei controlli negli allevamenti con grande beneficio per le esangui casse della Sanità Regionale.
Ebbene si sappia, che se entro il 31 dicembre non si riusciranno a completare i controlli programmati, la Regione Molise perderà le qualifiche di Ufficialmente Indenne per la Brucellosi ovicaprina, Ufficialmente Indenne per brucellosi bovina in provincia di Campobasso, di regione accreditata per Malattia Vescicolare del suino (in questo caso circa 25 mila suini all’anno non potranno essere destinati più alla produzione del prosciutto di Parma): la conseguenza sarà che dal prossimo anno raddoppieranno i controlli necessari e di conseguenza il personale e le spese generali.
Ma la cosa più grave è che non meno di 300 allevatori bovini e 600 allevatori ovicaprini, molti nella provincia di Isernia, dal 1° gennaio 2020 non potranno più commercializzare il latte e gli stessi animali da vita e saranno costretti a chiudere.
Ci appelliamo ai Prefetti delle province di Campobasso e Isernia, al Presidente della Giunta Regionale, a tutto il Consiglio Regionale, al Commissario ASReM affinché sia scongiurato quello che si annuncia come il colpo mortale per la zootecnia molisana”.