Numeri e statistiche ancora non ci sono, ma i casi e le segnalazioni sì, e sono tante, da indurre i vertici dell’Usl 20 a parlare già di «dato sconvolgente». E’ quello inerente alla crisi, che scava nella salute dei veronesi e che emerge anche nella relazione sanitaria 2012 del Dipartimento di prevenzione.
«Le situazioni di povertà emergono anche nel nostro territorio – spiega il direttore generale Maria Giuseppina Bonavina -: nel contesto locale, nel 2012 e nei primi sei mesi del 2013, ci sono state evidenze di sofferenza economica sia a livello delle famiglie, come segnalazioni ad esempio di difficoltà nel pagamento delle rette scolastiche con richieste di aiuto, sia a livello delle imprese alimentari, con un aumento delle notifiche di chiusura di esercizi e imprese». Ci citano gli ultimi casi di cronaca, con un intero plesso condominiale rimasto al freddo per alcune morosità nelle bollette di alcuni inquilini. E si citano i panini che stanno sostituendo il pranzo di bambini nella fase della crescita, solo per risparmiare qualche euro.
«L’unico appello che mi sento di fare, in questa situazione, è quello di sollecitare tutti: dobbiamo inventarci qualcosa per aiutare questa gente – spiega Bonavina -. Non solo: le leggi dovrebbero restare al passo con le situazioni, con la realtà: nessuno può restare al freddo». A questo si aggiunge che, proprio a causa della crisi, anche a Verona ci si cura meno: si diradano gli appuntamenti dal dentista, si risparmia sulle cure. «Per non parlare di indicatori collaterali della crisi, come l’uso dei farmaci anti-depressivi – aggiunge Massimo Valsecchi, direttore del Dipartimento di prevenzione -: si investe meno per la cura del proprio corpo, si pratica meno sport e si mangia meno frutta e verdura». Dal servizio veterinario si aggiunge che «con la crisi aumentano i maltrattamenti sugli animali domestici, nel senso che si diventa incapaci di provvedere alla loro cura e a mantenere il livello di abitudini che si aveva prima delle difficoltà economiche». In Veneto, d’altra parte, il rischio di povertà coinvolge il 10,5% dei residenti. «Quando, con il nostro servizio di chiamata a casa cerchiamo di sondare la qualità della vita degli utenti – prosegue Valsecchi – ora ci rispondono male, ci dicono che non arrivano a fine mese, dunque non hanno la testa né il tempo per pensare a risponderci sulla qualità della vita. Quello che vogliamo dire è che siamo in presenza di tantissime spie indicatrici di una sofferenza generalizzata, dovuta alla crisi». Una sofferenza che, secondo gli esperti sanitari, a Verona riguarda un centinaio di utenti come casi esasperati «diretti» (chi non paga, chi non mangia), ma migliaia di persone se si tratta di «effetti sanitari indiretti» della crisi (nutrirsi male, curarsi poco). Proprio per questo l’Usl 20 è impegnata in un progetto che fronteggia le disuguaglianze sanitarie, tutelando la parte più debole della popolazione.
Ma non mancano le notizie positive. La copertura vaccinale resta invariata (il 96% dei bimbi di nove mesi), a dimostrazione che l’assenza dell’obbligo non ha modificato il comportamento delle famiglie. Non solo: passi in avanti si sono fatti anche con il trasferimento sul web di buona parte delle pratiche burocratiche: già 16 le tipologie di pratiche che si possono fare dal pc di casa. Nella relazione sanitaria, consultabile nel sito dell’Usl 20, tutti i dati divisi per settori (ambiente, alimentazione, malattie infettive, malattie cronico-degenerative, incidenti, sicurezza, animali, prevenzione).
Silvia Maria Dubois – Corriere di Verona – 4 dicembre 2013