Se una colpa c’è, nel caotico e difficoltoso piano di riorganizzazione delle società partecipate, la colpa non è del ministro Marianna Madia, come lascerebbe intendere l’assessore alle Partecipazioni Gianpaolo Bottacin, ma del governatore Luca Zaia e della sua giunta, «incapaci di decidere».
O almeno questa è l’idea che si è fatto Stefano Fracasso, vice presidente Pd della commissione Bilancio, che replica a quanto detto ieri da Bottacin al Corriere del Veneto . «Detto che in consiglio non abbiamo mai visto il piano di riordino messo a punto dalla giunta, mi chiedo: è colpa della Madia la situazione in cui versa Veneto Agricoltura, riformata con legge, commissariata e lasciata da un anno nel limbo senza che Zaia decida se dare o meno seguito all’iter predisposto dal commissario, mentre i lavoratori non possono neppure accedere alla cassa integrazione pur continuando a pagare i contributi Inpdap? È colpa della Madia – continua Fracasso – la morte di Veneto Nanotech, con i ricercatori costretti ad andarsene alla faccia della retorica sull’innovazione? E ancora: Arpav è stata commissariata, Avepa potrebbe essere costretta a licenziare a causa dei tagli ai finanziamenti, Veneto Strade è in affanno con le manutenzioni perché mancano risorse, specie dopo l’abolizione delle Province, le Ater, già oggetto di una legge di riforma, sono state pure commissariate, così che non si capisce che ne sarà della stessa riforma. Insomma, si naviga a vista perché la Regione non vuole fare la sua parte e, nonostante i richiami della Corte dei conti, continua ad accumulare cronici ritardi. Altro che Renzi e la Madia». E non c’è solo il Pd. Anche l’assessore alle Infrastrutture Elisa De Berti smentisce quanto riferito dal collega circa l’ipotesi di una fusione tra Cav e Veneto Strade, portata ad esempio da Bottacin come tentativo della Regione di mettere ordine tra le sue spa. «Ho parlato con De Berti – fa sapere la presidente di Cav Luisa Serato – smentiamo nel modo più categorico che vi siano contatti in tal senso con Veneto Strade». Il caos, insomma, pare ben lungi dal dipanarsi. (ma.bo.)
Il Corriere del Veneto – 27 gennaio 2016