Acque agitate ieri, in consiglio regionale, all’indomani delle critiche affidate a Facebook dall’assessore al Lavoro Elena Donazzan, contraria all’idea che altri fondi siano dirottati per il tramite del Collegato sulle associazioni dei cacciatori come chiesto dal capogruppo di Fratelli d’Italia Sergio Berlato, paladino delle doppiette venete.
«Bilancio esangue? Certo, finché non avremo maggiore autonomia – ha scritto Donazzan -. Ma poi la rabbia esplode quando vengo a sapere che ci sono emendamenti che darebbero 700 mila euro alle associazioni venatorie per fare formazione, educazione, cultura. O forse campagna elettorale?».
Alcuni consiglieri della Lega, chiusi nelle stanze di Palazzo Ferro Fini, contestano la «libertà di manifestazione del pensiero» concessa dal governatore Luca Zaia al suo assessore, «una libertà di cui nessun altro può godere, né in giunta né tanto meno in consiglio e che crea disagio tra gli alleati mettendoci in difficoltà». Assessore e governatore ieri non si sono sentiti e il vice di Zaia, Gianluca Forcolin, prova a gettare acqua sul fuoco, riconducendo tutto alla tenzone infinita tra Donazzan e Berlato: «La cifra non sarà quella chiesta dal capogruppo di Fratelli d’Italia – dice Forcolin – ma la metà, circa 350 mila euro a cui si aggiungeranno 100 mila euro per il software dedicato alla gestione della mobilità venatoria. Si tratta di soldi provenienti dalla tassa di concessione pagata dai cacciatori, circa il 10%. Lo stesso avviene da anni con i pescatori, attraverso il Tavolo Blu e nessuno ha da ridire». Il capogruppo della Lega Nicola Finco fa sfoggio di realpolitik («Ci sono sempre “altre priorità” ma in una logica di maggioranza vanno considerati anche gli equilibri interni») ma il suo segretario, Gianantonio Da Re, si schiera con Donazzan: «Avevo avvertito i miei, a quanto pare non mi hanno ascoltato. Non sarà semplice spiegare fuori dal Palazzo che in un momento in cui si taglia tutto, a volte perfino il Sociale, vengono trovate centinaia di migliaia di euro per non meglio precisati progetti di promozione e comunicazione dei cacciatori».
Berlato, che in molte solitarie iniziative pro-caccia può contare sul convinto appoggio dei leghisti vicentini (nella provincia berica la lobby delle doppiette è fortissima), tira dritto: «Ogni cacciatore paga ogni anno 173 euro allo Stato e 84 euro alla Regione. Si tratta di utilizzare una parte ridottissima di queste tasse per iniziative contro il bracconaggio, che stanno a cuore ai cacciatori perché i bracconieri ne ledono l’immagine, e per un aggiornamento delle regole che cambiano di continuo. Tutti i progetti, ovviamente, saranno rendicontati fino all’ultimo centesimo». E lo scontro con Donazzan? «Donazzan chi? Il suo assessorato può contare su un budget di 194 milioni. E il problema sono 350 mila euro?».
Il Corriere del Veneto – 20 dicembre 2017