C’è chi dice no, cantava Vasco. Sul redditometro no lo dicono un po’ tutti. E se non proprio no, comunque la preoccupazione è diffusa e questo emerge anche dal sondaggio condotto da IPR Marketing per Plus24.
Il quadro che ne emerge è di grande preoccupazione, ma anche di sfiducia nelle possibilità del mezzo, con il conseguente rischio, molto presente agli intervistati, che per un motivo o per l’altro con il redditometro si finisca per far pagare di più ai soliti noti. Gli operatori del settore finanziario, non avvertivano in modo preoccupante il peso del redditometro sulle scelte dei loro clienti. Si tratta di una posizione forse di cautela, ma che può essere anche pienamente spiegabile alla luce del sondaggio di Plus24. Da questo infatti emerge che finora la paura del redditometro non ha condizionato eccessivamente, almeno in senso negativo, le decisioni di spesa o di investimento degli italiani. Diversa sembra la situazione per le propensioni manifestate per quanto riguarda il futuro. Con la piena entrata in vigore dello strumento la situazione potrebbe cambiare e molti più intervistati dicono che il redditometro ne condizionerà le scelte future. Di certo i dati confermano quanto ha sostenuto nei giorni scorsi anche la Cgia di Mestre, per la quale «il redditometro sta diventando uno psicodramma nazionale». Probabilmente molto dipenderà, quando il quadro politico dopo le elezione (probabilmente) sarà chiarito, da come questa metodologia di accertamento sarà applicata dall’amministrazione finanziaria. Per il momento la fotografia scattata dal nostro sondaggio conferma che la preoccupazione che comunque c’è.
Il Sole 24 Ore – 28 gennaio 2013