Confermata la pena per i veterinari dell’Aquila che decisero di sopprimerli sostenendo che non ci fosse più posto nel canile. Respinto il loro ricorso alla Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha respinto, giudicandolo inammissibile, il ricorso di due veterinari pubblici dell’Aquila, P.I., direttore del servizio veterinario di sanità animale della Asl dell’Aquila, e M.P., veterinario del servizio veterinario di sanità animale della stessa Asl, condannati in appello per l’uccisione di nove cuccioli di cane poiché il canile non avrebbe avuto posti disponibili. La sentenza di condanna è dunque definitiva. Lo rende noto la Lav.
I fatti risalgono alla seconda metà del 2004, quando il Dirigente veterinario ordinò al proprio collega la soppressione di nove animali, per presunti motivi di “ordine pubblico” in base alla richiesta, legittima secondo la difesa, del proprietario del terreno dove vivevano gli animali che invece avrebbe chiesto solamente un intervento per farli accudire da qualcuno. I cuccioli vennero uccisi con un’iniezione di Tanax eseguita dal dipendente della Asl su ordine del proprio dirigente. Fatti denunciati dalla LAV e dalla Lega nazionale per la Difesa del Cane.
In primo grado i due professionisti furono condannati a due mesi e dieci giorni di reclusione. La sentenza, inoltre, chiarisce che gli unici casi in cui è ammissibile la soppressione mediante eutanasia di cani o gatti sono la certificata incurabilità o la comprovata pericolosità, come disposto dalla legge nazionale 281 sul randagismo del 1991 (La Stampa)
Il direttore Asl Aquila: accetto la sentenza, ma non mi dimetto
“La legge regionale dice chiaramente che la necessità dell’eutanasia deve essere stabilita dal veterinario”.
Il direttore del Servizio Veterinario di sanità animale della Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, apprende da AbruzzoWeb la notizia della condanna in Cassazione per lui e per M-p. veterinario della stessa Asl, a 2 mesi e 10 giorni di reclusione per l’uccisione di 9 cuccioli di cane.
“Non mi dimetto dall’incarico per nessuna ragione, ma stiamo scherzando?” dichiara – Sono polemiche puramente strumentali quelle degli animalisti, per i quali sono diventato ormai il nemico giurato”.
Il dirigente puntualizza inoltre di essere già stato “oggetto di un colloquio con l’Ordine dei veterinari e di una commissione Asl circa l’eventuale radiazione”, che si è risolto in suo favore. In riferimento alla condanna, aggiunge: “l’eutanasia è consentita dalla legge” e di essere stato condannato “non per crudeltà, ma per la non necessità dell’atto. Tuttavia la legge regionale – sottolinea – dice chiaramente che la necessità dell’eutanasia deve essere stabilita dal veterinario. In questo caso è stata sancita dal giudice che con la sua sentenza supera la legge regionale”.
Una scelta quasi obbligata: “Avrei dovuto scegliere se lasciarli in mezzo alla strada, in un contesto come quello di Roio, in cui allora c’erano stati terribili atti di barbarie contro i cani, o scegliere di farli morire in canile, dove era in corso una forte epidemia di gastroenterite. Scelsi l’eutanasia, avendo facoltà decisionale che uso secondo coscienza – sostiene il veterinario – Si tratta di un lavoro sporco che nessuno vuole fare e a noi certo non piace farlo”.
Un iter processuale e un rinvio a giudizio “automatici” secondo il direttore del sevizio Veterinario che specifica “non sono stato nemmeno ascoltato nel processo d’Appello”. “La prima sentenza fu fortemente influenzata dal ‘caso Sebastiano’ – prosegue il dirigente – per il quale all’epoca ci fu una forte pressione mediatica che mi additò come l’assassino di un cane amato da tutti gli aquilani. Furono raccolte firme contro di me, minacciati i miei figli e fui massacrato per un episodio al quale non ero stato nemmeno presente personalmente”.
“Sono disposto a pagare – conclude – fa parte del mio compito istituzionale, ma almeno facciamo chiarezza sulle leggi. Si può procedere all’eutanasia secondo la legge o no? In un anno se ne eseguono circa 50 sul territorio. E allora? Per ogni caso si dovrebbe fare un processo?” (Abruzzoweb)
12 aprile 2013