Con la delibera della giunta regionale numero 847 pubblicata sul Bur del 25 giugno la Regione Veneto ha recepito i dati sulla ricognizione straordinaria degli spazi e dei volumi di attività libero professionale intramuraria delle Ulss e delle aziende ospedaliere del Veneto, ex art. 2 del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 (decreto Balduzzi) e disposto in materia di spazi per l’esercizio di tale attività. La ricognizione straordinaria riguarda gli spazi disponibili e che si renderanno disponibili per l’esercizio dell’attività libero professionale, comprensiva di una valutazione dettagliata dei volumi delle prestazioni rese nell’ultimo biennio, in tale tipo di attività presso le strutture interne, le strutture esterne e gli studi professionali. L’obiettivo regionale è che l’attività intramoenia dei dirigenti medici e sanitari del Ssr sia esercitata esclusivamente all’interno delle strutture delle aziende Ulss ed ospedaliere.
Il decreto Balduzzi stabilisce, tra l’altro, la predisposizione e attivazione, entro il 31 marzo 2013, da parte delle Regioni di una infrastruttura di rete per il collegamento in voce o in dati, in condizioni di sicurezza, tra l’ente o l’azienda e le singole strutture nelle quali vengono erogate le prestazioni di attività libero professionale intramuraria, interna o in rete.
E’ altresì attribuita alle aziende la facoltà di concedere, su domanda degli interessati e con l’applicazione del principio del silenzio-assenso, la temporanea continuazione dello svolgimento di attività libero professionali presso studi professionali, già autorizzati, fino all’attivazione del loro collegamento operativo all’infrastruttura di rete e comunque non oltre il 30 aprile 2013.
Dalla ricognizione è risultato che l’attività libero professionale intramuraria in regime di ricovero viene totalmente erogata presso strutture di proprietà delle Aziende Ulss e Ospedaliere, e che, invece, alla data del 31 dicembre 2012, undici aziende autorizzavano ancora alcuni professionisti a svolgere l’attività libero professionale ambulatoriale presso studi privati ovvero presso strutture sanitarie private non accreditate, in quanto gli spazi di proprietà dedicati all’attività libero professionale intramuraria non erano adeguati per dimensioni ed attrezzature disponibili.
Ciò premesso, recita la delibera, non si ravvisa la necessità di adottare un programma sperimentale per lo svolgimento dell’attività libero professionale, in via residuale, presso studi professionali privati collegati in rete, atteso l’esiguo numero dei dirigenti interessati ed alla luce del programma di interventi di adeguamento delle strutture ed acquisto delle apparecchiature destinate all’attività libero professionale intramuraria aziendale
Tuttavia, alcune aziende hanno evidenziato l’attuale impossibilità di disporre il rientro dell’attività residuale in strutture di proprietà entro il 30 aprile 2013, stante il permanere delle problematiche di carattere organizzativo sopra indicate, che, peraltro, dovrebbero essere risolte in tempi abbastanza brevi e, comunque, entro il 31 dicembre del corrente anno.
Appare opportuno evidenziare come le problematiche esistenti nelle predette aziende siano in realtà comuni alla generalità degli enti del Servizio sanitario nazionale. Ciò ha indotto le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano nella seduta della Conferenza Stato-Regioni del 13 marzo 2013 ad approvare lo schema tipo di convenzione per la sperimentazione dell’attività libero professionale intramuraria presso gli studi dei professionisti, subordinatamente all’impegno dello Stato di differire i termini di applicazione degli adempimenti riferiti alla realizzazione della struttura di rete, di almeno sei mesi.
La delibera stabilisce quindi, fatte salve le eccezioni citate, che l’attività libero professionale intramuraria dei dirigenti medici e sanitari del SSR sia esercitata esclusivamente all’interno delle strutture delle aziende ULSS ed ospedaliere; di consentire alle aziende sanitarie non ancora dotate di idonei spazi in proprietà di autorizzare, non oltre il termine del 31 dicembre 2013, la temporanea continuazione, da parte dei dirigenti medici e sanitari dipendenti con rapporto di lavoro esclusivo, dello svolgimento dell’attività libero professionale presso studi professionali e strutture private non accreditate.
Le aziede ospedaliere di Padova e Verona e l’Ulss di Treviso potranno preseguire per gli anni 2013 e 2014 dell’utilizzo di spazi ambulatoriali esterni acquisiti tramite contratti/accordi con strutture private non accreditate per lo svolgimento da parte dei dirigenti medici e sanitari dipendenti dell’attività libero professionale intramuraria a condizione che tale attività sia esercitata nel rispetto delle disposizioni in materia di tracciabilità delle prestazioni e dei relativi pagamenti. Le Aoui e l’Ulss di Treviso dovranno predisporre un progressivo piano di rientro dell’attività libero professionale residuale presso strutture di proprietà entro il termine del 31 dicembre 2014.
a cura Sivemp Veneto – 26 giugno 2013 – riproduzione riservata