L’aula del Senato ha approvato definitivamente il decreto legge in materia di istruzione. Il ddl n. 1150 di conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca è stato promosso con 150 sì, 15 no e 61 astenuti. Ha votato contro ha votato solo la Lega, mentre il M5s si è astenuto.
La formazione dei giovani medici e l’accesso alle scuole di specializzazione sono tra i temi che la ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca Maria Chiara Carrozza si è impegnata ad affrontare nell’immediato.
All’articolo 20 il decreto conferma, per quanto riguarda medicina, la riammissione in sovrannumero ai corsi di laurea in medicina, veterinaria, professioni sanitarie, odontoiatria, architettura e scienze della formazione di chi sarebbe rientrato in gradua grazie al bonus maturità. E chi, con un punteggio di almeno 20 punti, dovesse aver già scelto diversamente, avrà diritto al trasferimento.
Viene inoltre stabilito che le Università sedi di corsi di laurea in professioni sanitarie e scienze della formazione primaria dovranno aprire le porte ai sovrannumerari che si sarebbero potuti iscrivere ai corsi in quanto collocati in graduatoria entro il numero massimo di posti disponibili.
All’articolo 21, per quanto riguarda le scuole di specializzazione, oltre alla graduatoria unica nazionale, si prevede la riduzione della durata, ma mirata e calibrata secondo i limiti minimi previsti dalla normativa europea e soprattutto riorganizzando le classi e le tipologie di corsi di specializzazione medica.
Per quanto riguarda il numero globale degli specialisti da formare per ogni specializzazione si dovrà tenere conto: dell’obiettivo di migliorare progressivamente la corrispondenza tra il numero degli studenti ammessi ai corsi di laurea e quello dei medici ammessi alla formazione specialistica; del quadro epidemiologico; dei flussi previsti per i pensionamenti e delle esigenze di programmazione delle Regioni rispetto alle attività del Ssn. Gli specializzandi, per potersi formare all’interno delle aziende Ssn, dovranno fare domanda all’Università dove ha sede la scuola che dovrà approvarla secondo le regole degli accordi Ssn-Università. E i medici in formazione specialistica, infine, assumono una graduale responsabilità assistenziale, secondo gli obiettivi definiti dall’ordinamento didattico del corso di specializzazione e in base modalità individuate dal tutor, concordate e approvate con la direzione delle scuole di specializzazione e con i dirigenti responsabili delle unità operative presso cui si svolge la formazione.
L’emanazione del decreto del Miur di concerto con il ministro della Salute sulla riduzione della durata dei corsi di formazione specialistica dovrà essere varato entro marzo 2014. Si stabilisce inoltre che i periodi di formazione dei medici specializzandi si svolgono ove ha sede la scuola di specializzazione e all’interno delle aziende del Servizio sanitario nazionale previste dalla rete formativa; eliminato il parere dell’azienda sanitaria di destinazione per l’inserimento dei medici specializzandi ai periodi di formazione.
Si specifica poi che i periodi di formazione dei medici specializzandi all’interno delle aziende Ssn non determinano l’instaurazione di un rapporto di lavoro.
«Dopo anni di sacrifici – ha commentato la ministra – di tagli alla cieca, come ci ha ricordato anche il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, questo decreto restituisce finalmente risorse e centralità al mondo dell’istruzione. Sono orgogliosa del lavoro fatto, anche nel passaggio in Parlamento, dove sono arrivati miglioramenti e proposte sulle quali mi impegno a proseguire il confronto».
Il Sole 24 Ore sanita – 8 novembre 2013