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Spendeng review, per ora niente incontri. Renzi prende tempo sui risparmi e chiede indicazioni ai ministri

Non una consultazione individuale, come previsto in precedenza, ma un’indicazione erga omnes rivolta direttamente dal premier Matteo Renzi, che nel corso del Consiglio dei ministri ha chiesto ai titolari dei dicasteri di inviargli le loro proposte di risparmio.

Solo dopo il loro arrivo – spiegano fonti di governo – Renzi (e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan) valuterà l’entità dei tagli proposti e deciderà se serviranno colloqui individuali «con l’indicazione tassativa di un taglio del 3% per ogni ministero». Indicazione che, sottolineano le stesse fonti, per ora non è stata fornita in attesa di verificare le proposte. Alla fine ci sarà una valutazione collegiale che aprirà la strada alle misure da inserire nella legge di stabilità di metà ottobre. Intanto, però, Il premier ha chiesto a tutti i ministri di andare, per l’inizio dell’anno scolastico, nella scuola dove hanno studiato.

Renzi punta a recuperare 20 miliardi dalla spending review, parte dei quali andrebbe a finanziare sia il possibile nuovo intervento sul costo del lavoro (via Irap o contributi), sia ulteriori misure di spese da utilizzare in settori ritenuti prioritari (l’istruzione e la ricerca, tra questi). Difficilmente dalla potatura delle spese di competenza delle amministrazioni centrali si potrà recuperare più di 6-7 miliardi. Le restanti voci sarebbero spalmate su una pluralità di misure, dalla sforbiciata alle società partecipate al possibile intervento sul fronte degli incentivi alle imprese, dalla nuova razionalizzazione per quel che riguarda gli acquisti per beni e servizi intermedi ai risparmi attesi sul capitolo della spesa in conto interessi. Nella Nota di aggiornamento al Def, che verrà approvata il 1? ottobre, verrà indicata la cifra di circa 77 miliardi, contro i 79,1 miliardi indicati dal Def di aprile. Dunque oltre 2 miliardi in meno a beneficio dei conti pubblici. In più nel menu della manovra compariranno anche 3 miliardi di recupero dalla lotta all’evasione e potrebbero essere contabilizzati anche i maggiori incassi Iva attesi dallo sblocco di 26 miliardi di debiti pregressi della Pa.

Resta da dipanare, in primo luogo, il nodo dei possibili tagli alla sanità. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin spera «che i tagli non riguardino la sanità, perché siamo in una stagione di riforme. Poi se c’è necessità reale dello Stato li affronteremo».

Renzi ha ribadito due sere fa a «Porta a Porta» che il commissario alla spending review collaborerà ancora con il governo fino alla predisposizione della legge di stabilità. Un’uscita anticipata di Cottarelli alla volta del Fmi – lo ha ammesso esplicitamente – all’estero potrebbe essere interpretata come uno stop all’operazione spending review.

Il Sole 24 Ore – 11 settembre 2014 

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