Nell’ambito della poderosa operazione di spending review iniziata oramai due anni e mezzo fa, tesa a rimettere in sesto le casse disastrate dell’agenzia, Arpav ha deciso di porre un freno pure alle spese legali
Che da sempre si vede costretta a sostenere per difendere i propri provvedimenti in lunghi contenziosi contro privati ed enti pubblici, rinunciando a costituirsi in oltre quaranta diversi processi in materia ambientale in cui le chance di vittoria appaiono al lumicino (e si tratta soltanto di quelli notificati nei primi sei mesi del 2013). La decisione, datata 4 luglio, è arrivata al termine di una ricognizione fatta dal dirigente del servizio Affari generali e legali al direttore generale Carlo Emanuele Pepe, che nell’attesa dei fatidici 8 milioni provenienti dal bilancio della Sanità, sta cercando di chiudere in ogni modo i mille rivoli che nel tempo hanno dissanguato l’ente, senza che nessuno, o quasi, se ne accorgesse (di qui al 2014 sono previsti altri tagli per 12,6 milioni di euro). Il report si articola in un lungo elenco che conta 42 diversi contenziosi, di fronte al Tar per lo più ma anche davanti al Consiglio di Stato, al Tribunale superiore delle acque ed al Presidente della Repubblica, in cui si leggono tra i ricorrenti molti Comuni, com’era prevedibile, ma anche il Wwf ed alcuni nomi importanti del mondo dell’impresa, da Save a Total Erg, passando per Generali Real Estate o Edison. «Considerati i pareri delle competenti direzioni dipartimentali e del servizio proponente – si legge nella delibera firmata da Pepe – si ritiene opportuno non costituirsi nei citati procedimenti in quanto non si ravvisa alcun interesse alla difesa con conseguente contenimento della spesa per l’Ente».
Corriere del Veneto – 9 luglio 2013