Spending review e sanità: le modifiche. Stangata Irpef nelle regioni in rosso, novità su sconti farmacie e ospedali
Resta l’aumento degli sconti ma più contenuto: farmacie al 2,25% e aziende al 4,1%. Scende all’11,35% tetto farmaceutica territoriale e sale al 3,5% quello dell’ospedaliera. Per il Patto per la Salute ci sarà tempo fino al 15 novembre. I tagli ai posti letto 50% al pubblico. Il testo del nuovo emendamento. Ospedali e asl vanno in deficit e i cittadini con la sanità in default continuano a essere chiamati a pagare una bolletta sempre più alta per salvarli dal baratro. Ecco così in arrivo dal prossimo anno una nuova possibile stangata Irpef per i contribuenti di otto Regioni con i conti sanitari in rosso: Piemonte, Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia. Se vorranno, le amministrazioni potranno disporre con propria legge dal 2013 l’aumento dell’addizionale regionale dallo 0,5 all’1,1%, anticipando una misura che era già in cantiere, ma solo a partire dal 2014.
La novità, firmata con un emendamento di tre senatori del Pdl (Vicari, Bonfrisco, Tancredi), è stata inserita ieri dalla commissione Bilancio del Senato nel testo del decreto legge sulla spending review atteso in aula a palazzo Madama. Nel quale finirà anche l’emendamento dei relatori Paolo Giaretta (Pd) e Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), già ieri sera all’esame della commissione, che contiene parecchie novità. A partire dai minori tagli, ma più leggeri di quanto previsto mercoledì, per farmacie e industrie farmaceutiche. E ancora: l’aumento del tetto della farmaceutica ospedaliera e la diminuzione di quella territoriale, l’intesa sul «patto per la salute» fissata entro il 15 novembre 2012, la rimodulazione dei tempi per il taglio dei posti letto che almeno per la metà (non più il 40%) dovranno interessare gli ospedali pubblici. Infine una precisazione sull’applicazione a tutti gli enti del Ssn delle norme su certificazione e compensazione dei crediti.
Se l’emendamento che fa risalire lo spread delle addizionali regionali all’Irpef nelle Regioni sottoposte a piano di rientro dal deficit sanitario arriva come un fulmine a ciel sereno per i contribuenti, in qualche modo prevista era la nuova spalmatura dei tagli a carico di farmacisti e industrie farmaceutiche. L’emendamento dei relatori propone per i farmacisti l’aumento dello sconto al 2,25%, anziché il raddoppio fino al 3,65 indicato dal decreto: la misura varrà anche oltre il 2012. Per le industrie lo sconto scende invece dal 6,5 al 4,1%: ma vale solo per quest’anno. Con la norma iniziale il Governo calcolava risparmi totali fino al 2014 per 705 milioni, che a questo punto si riducono del 70% circa per le farmacie e della metà per le industrie.
La copertura viene lasciata al pay back a carico della filiera in caso di sforamento del tetto di spesa territoriale, come aveva indicato la Ragioneria generale. Il tetto per la farmaceutica territoriale scende intanto all’11,35% (dall’11,5 previsto dal decreto e dal 13,3 attuale), mentre l’asticella per la farmaceutica ospedaliera sale al 3,5% (contro il 3,2 del decreto e il 2,4 attuale), lasciando inalterato il 50% di ripiano a carico delle industrie.
Ecco poi le modifiche concordate dei relatori sulla riduzione dei posti letto. Entro il 31 ottobre le Regioni dovranno fissare con regolamento gli standard «qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi» dell’assistenza ospedaliera e quindi adottare entro fine anno, con intesa in Stato-Regioni, i provvedimenti di riduzione dei posti-letto secondo i limiti già indicati dal decreto legge, che restano invariati (3,7 posti letto ogni mille abitanti, lo 0,7 per lungodegenza e riabilitazione). Con tanto di riduzione dei primariati, reparti doppione o poco produttivi e di piccoli ospedali che non passeranno la verifica (assistenziale, funzionale e gestionale) e che dovranno cambiare mestiere promuovendo invece day hospital, assistenza ambulatoriale, domiciliare e residenziale.
La verifica complessiva interesserà 399 piccoli ospedali (con 25.593 posti letto), inclusi quelli “articolati in più sedi”. Sugli ospedali pubblici tra l’altro caleranno le forbici del taglio di almeno il 50% dei 18mila posti letto totali che saranno cancellati.
di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)- 27 luglio 2012