Stavolta dovrebbe farcela. L’agenzia del Demanio, rafforzata dai poteri più ampi a essa conferiti, sembra vicina all’obiettivo di censire (e quindi eliminare) gli sprechi nella gestione immobiliare del patrimonio delle pubbliche amministrazioni statali. Un problema che si trascinava da tempo (i primi tentativi erano partiti nel 2011 con il Dl 98) ma che restava irrisolto a causa degli scarsi poteri effettivi dell’Agenzia.
È partita ieri, ha comunicato l’agenzia, la raccolta delle informazioni relative ai costi per l’uso degli edifici di proprietà dello Stato e di terzi utilizzati dalle pubbliche amministrazioni. Si tratta dei costi energetici (elettricità, gasolio, metano, gpl, eccetera) e dei costi gestionali (guardiania, pulizia, conduzione e manutenzione impianti ). Entro sei mesi dalla richiesta (quindi entro il 22 maggio 2015) tutte le pubbliche amministrazioni dovranno riversare i dati richiesti sul «Portale Pa» dell’agenzia del Demanio, che funzionerà nella nuova versione dell’applicativo informatico IPer (indici di performance), già utilizzato dalle altre amministrazioni.
L’iniziativa, spiega il Demanio, è funzionale all’attuazione di quanto previsto dalla legge di stabilità 2014 (articolo 1, comma 387), che impone alle amministrazioni dello Stato di comunicare i costi gestionali degli immobili utilizzati all’agenzia del Demanio, per poterli controllare e ridurre.
Se qualche pubblica amministrazione dovesse dimostrarsi particolarmente riottosa a comunicare i dati, addirittura facendo trascorrere il termine di sei mesi, scatterà la segnalazione alla Corte dei conti per danno erariale.
La nuova versione di IPer, darà la possibilità di creare un’imponente banca dati, che consentirà allo Stato di diradare la spessa nebbia attualmente esistente su volumi ed andamenti dei costi energetici e gestionali. Questi dati, infatti, dicono al Demanio, costituiranno la piattaforma informativa attraverso cui l’Agenzia elaborerà, per ciascuna amministrazione, i livelli di prestazione degli immobili, espressi in termini di costi d’uso per addetto. Questi indici di performance saranno così confrontabili con quelli di altre amministrazioni dello Stato con analoghi parametri di occupazione sotto il profilo tecnico– amministrativo (macrotipologia, zona climatica, superfici, tipologia impianti, eccetera).
Poi, attraverso i valori indicati dalle amministrazioni più performanti, verranno individuati gli standard di riferimento a cui tutte le pubbliche amministrazioni dovranno adeguarsi entro due anni. Gli indici ottimali di consumo saranno indicati sul sito del Demanio ( www.agenziademanio.it).
Il Sole 24 Ore – 25 novembre 2014