Secondo la commissione ciò può determinare per i nostri ricercatori una posizione più svantaggiosa rispetto a quella dei colleghi di altri Paesi Ue. Ecco il parere approvato dalla Commissione Politiche dell’Ue del Senato.
I divieti inseriti nello schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici “costituiscono normative più restrittive rispetto alla direttiva 2010/63/UE. Un aspetto questo che contrasta anche con quanto previsto dall’articolo 32, lettera c) e lettera i), della citata legge n. 234 del 2012, potendo di fatto determinare per gli operatori italiani del settore scientifico e della ricerca una posizione più svantaggiosa rispetto a quella dei colleghi di altri Stati membri”. Questo il parere in sintesi espresso dalla Commissione Ue del Senato al Dlgs sulla sperimentazione animale allo studio del Parlamento.
La direttiva, molto attesa dal mondo della scienza, mira a dare norme comuni più dettagliate al fine di ridurre le disparità tra le varie normative nazionali in tema di sperimentazione animale, ravvicinando le norme applicabili con lo scopo di migliorare il corretto funzionamento del mercato interno.
Il decreto legislativo dovrà essere emanato entro il prossimo 3 marzo 2014, la necessità di dare attuazione alla direttiva è dovuta anche alla necessità di porre fine alla procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea, un anno fa nei confronti dell’Italia, per mancato recepimento della direttiva entro la scadenza prevista.
La direttiva Ue stabilisce limitazioni obbligatorie nei livelli di dolore, sofferenza e angoscia per gli animali sottoposti a esperimenti, sostiene la competenza professionale del personale incaricato delle procedure, e incentiva la ricerca su metodi alternativi, favorendo lo scambio di informazioni tecniche e scientifiche e una cooperazione nel mondo scientifico dell’Unione.
Quotidiano sanita – 9 gennaio 2014