Spesa pubblica, tagli dappertutto. Risparmi dubbi
Dagli affitti alle convenzioni Consip, dai prepensionamenti degli statali ai buoni pasto. Ma potrebbero non esserci risparmi dall’eliminazione delle province
Racimolare risparmi un po’ dappertutto. Tranne che dall’eliminazione delle province che, allo stato, non porterà un euro nelle casse dello stato. Dagli affitti alle convenzioni Consip, dai prepensionamenti degli statali ai buoni pasto, passando per l’obbligo di utilizzare i servizi del Mef per le buste paga, la relazione tecnica allegata al decreto legge sulla spending review (dl n.95/2012) dà bene l’idea del certosino lavoro di monitoraggio della spesa pubblica messo a punto dai tecnici del governo Monti.
Ma tra tante previsioni di risparmio, solo sulle province il governo mette le mani avanti ritenendo impossibile ipotizzare i benefici effetti sui conti pubblici che deriveranno dall’accorpamento degli enti di secondo livello. Di certo, si legge nella relazione, non ci saranno oneri perché contestualmente al trasferimento delle funzioni ai comuni saranno anche trasferiti i beni e le risorse finanziarie, umane e strumentali. Ma quanto ai risparmi, l’effettiva quantificazione sarà possibile solo dopo il dpcm che il governo dovrà emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore del dl 95.
Cedolini degli statali. Dal 1° ottobre 2012 le p.a. dovranno stipulare convenzioni con il ministero dell’economia (o utilizzare i parametri di qualità e di prezzo in uso al Mef) per la compilazione dei cedolini. E solo da questo intervento il governo prevede di risparmiare 210 milioni di euro, ossia quattro volte i risparmi attesi dalla riduzione dei buoni pasto a 7 euro. Una cifra a cui si arriva considerando che, a fronte di 1.346.667 stipendi gestiti dal Mef, ce ne sono ancora un milione e 750 mila (enti locali, enti di previdenza, forze armate) non ancora centralizzati.
Basta ipotizzare un costo medio di 10 euro a cedolino, moltiplicarlo per 12 mensilità e per l’intero personale non servito dal ministero, e il gioco è fatto. Ma i risparmi potrebbero essere maggiori tenendo conto anche dei costi interni sostenuti dalle amministrazioni che erogano da soli i servizi stipendiali: in media 44 euro al mese per dipendente. Il clou dei risparmi della spending review è ovviamente il taglio della spesa per il personale della p.a. che il governo vuole abbattere ricorrendo alla messa in disponibilità per due anni all’80% dello stipendio e ai prepensionamenti.
Per il governo si tratta di misure che non produrranno un effetto boomerang sui conti dello stato perché la maggiore spesa pensionistica sarà compensata dalla minore spesa per gli stipendi. L’unico peso sulla finanza pubblica arriverà dell’anticipo del tfr per coloro che ne hanno già diritto al 31/12/2011 (gli altri incasseranno il trattamento di fine rapporto solo nel momento in cui matureranno i requisiti). Ma si tratterà di un onere limitato solo al 2013, quando l’anticipo della liquidazione agli statali peserà sui conti pubblici per 172 milioni di euro. Una cifra che sarà poi totalmente ammortizzata nei tre anni successivi (114 milioni di risparmi nel 2014, 29 nel 2015 e 29 nel 2016).
Esuberi. I dipendenti di troppo nella pubblica amministrazione sono stati stimati in 24.000 unità. I possibili esuberi sarebbero 5.600 nei ministeri, 5.400 negli enti pubblici non economici e circa 13.000 negli enti territoriali (con esclusione delle regioni). Tra questi coloro che hanno maturato i requisiti per andare in pensione al 31 dicembre 2011 sono 8.000 suddivisi tra ministeri ed enti pubblici (6.000) ed enti locali (2.000). Tutti gli altri 16.000 lavoratori matureranno i requisiti ante-riforma Fornero nel corso del 2012 e nel 2013 accedendo al trattamento pensionistico nel 2013 e nel 2014. Si tratta comunque, avverte l’esecutivo, di stime indicative perché, soprattutto negli enti locali, il numero di lavoratori in eccesso si potrà conoscere solo dopo l’emanazione dei dpcm che dovranno individuare la dimensione ottimale delle piante organiche in relazione alla popolazione residente.
Convenzioni Consip. L’obbligatorietà delle convenzioni Consip per gli enti locali porterà a risparmiare 480 milioni nel 2013 e 960 nel 2014. A regime, nel 2015, il beneficio per i conti pubblici dovrebbe assestarsi a quota 1,6 miliardi l’anno. Nella relazione tecnica il governo Monti individua un target minimo di risparmio da raggiungere: recuperare almeno il 10% del valore degli acquisti non effettuati tramite la spa del Mef che si aggira intorno a 16 miliardi di euro l’anno. Fissato l’obiettivo di risparmio l’esecutivo punta a realizzarlo gradatamente: 30% l’anno prossimo, 60% nel 2014 e 100% dal 2015.
Buoni pasto. Il tetto massimo dei buoni pasto a 7 euro porterà a risparmiare 20,5 milioni di euro nelle regioni e negli enti locali, 30 milioni negli enti pubblici non economici, 560 mila euro negli enti di ricerca e 2,6 milioni nelle università.
Sanità. In questo settore i risparmi attesi sono di 900 milioni nel 2012, 1,8 miliadi nel 2013 e 2 miliardi dal 2014.
ItaliaOggi – 11 luglio 2012