Le spese sostenute dalla segreteria regionale per la Sanità per rimborsi di personale proveniente dalle aziende e gli enti del servizio sanitario regionale sono al centro di un esposto depositato nei giorni scorsi dalla Fp Cgil alla sezione veneta della Corte dei Conti. Spese che ammontano a oltre otto milioni di euro e che, visto il personale già presente in Regione, il sindacato della Funzione pubblica ritiene del tutto immotivate. «Attraverso un sistema di collaborazione con le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale – spiega una nota della Fp – negli ultimi anni la Regione si è avvalsa di personale a tempo indeterminato e altro a tempo determinato e assunto ad hoc, distaccato dalle aziende stesse, di personale esterno (co.co.co., consulenti e simili), per un totale di 170 persone al 7 gennaio scorso»
Tutto questo «a fronte di personale di ruolo di pari consistenza, spesso demansionato ed emarginato dall’organizzazione del lavoro. Al di là della scarsa chiarezza con la quale sono stati postati i capitoli di spesa – prosegue la nota –, della incomprensione di alcune operazioni di reclutamento, vedi co.co.co. assunti dalle Ulss, una in particolare, per lavorare presso gli uffici della Regione a Venezia, per cui è evidente la mancata necessità di attivare tali rapporti di lavoro, visto che dai bandi risulta esplicitamente che la stessa Ulss non ha mai impiegato né mai impiegherà direttamente in alcun modo i soggetti così reclutati, questa operazione è costata negli ultimi tre anni ben 8 milioni di euro».
«A fronte delle nostre reiterate istanze di incontro per chiarire la situazione la Regione non ha mai risposto né cercato di giustificare il suo comportamento – conclude la Fp –. Siamo convinti che in una fase difficile come questa, forse quelle risorse potevano essere utilizzate meglio e che l’elemento trasparenza dovrebbe essere qualificante trattandosi di questioni che riguardano la spesa pubblica».
9 marzo 2013 – riproduzione riservata