Anche la nuova cabina di regia tra le norme cassate ma il Governo punta al ripescaggio con un emendamento. Parte al Senato la sessione di bilancio con 8 stralci e un possibile ripescaggio.
Le misure della legge di stabilità a cadere subito sotto la scure della presidenza del Senato sono: l’introduzione della cabina di regia per il monitoraggio delle crisi d’impresa; le pubblicazioni periodiche di elevato valore culturale; la cancellazione dell’autonomia contabile del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria; le nuove norme sull’Ivass (l’istituto che ha sostituito l’Isvap); la ripartizione dei compensi professionali a seguito di sentenza favorevole alla Pubblica amministrazione.
CONTRASTO
Le misure confluiranno in altri provvedimenti. Ad eccezione, quasi certamente, di quella che istituisce presso il ministero dello Sviluppo economico una cabina di regia per affrontare le crisi di impresa. Il Governo, infatti, sarebbe intenzionato a recuperare questo intervento con un emendamento da presentare nel corso dell’esame in commissione Bilancio. Occorre ricordare infatti che l’introduzione della nuova cabina di regia era stata presentata dallo stesso premier Enrico Letta come una delle principali novità del disegno di legge.
Tra le misure stralciate dal Senato spicca quella che cancella l’autonomia contabile del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Norma su cui lo stesso presidente del Cpgt Gaetano Santamaria con una nota ufficiale aveva evidenziato come l’intervento sull’autonomia contabile dei giudici tributari incida «sull’ordinamento» e non comporti tagli alla spesa. Nel mirino del Cpgt anche la soppressione del Garante del contribuente e l’incompatibilità tra le due funzioni di presidente della Commissione regionale (giurisdizionale) e quella di garante (consultiva).
Il cammino al Senato della stabilità prosegue ora con il ciclo di audizioni in commissione Bilancio che scatterà oggi. A essere audito, oltre ai rappresentanti di imprese sindacati, Istat, Banca d’Italia e Corte dei conti, anche il ministro Fabrizio Saccomanni.
Dall’Economia intanto, in relazione all’ipotesi su uno stop al blocco degli stipendi per il personale di Bankitalia, si precisa che la “stabilità” «non prevede alcuna modifica alla platea dei destinatari delle misure di contenimento della spesa per il pubblico impiego volta ad escludere la Banca d’Italia dai soggetti interessati». Il ministero aggiunge che sarà il decreto “milleproroghe” il veicolo corretto per estendere «anche ai prossimi anni» la norma contenuta nel dl anticrisi del 2010 secondo cui la Banca d’Italia tiene conto, nell’ambito del proprio ordinamento, dei principi di contenimento della spesa per il triennio 2011-2013.
Tornando all’esame della ex Finanziaria al Senato ad affinare le proposte di modifica sono soprattutto i partiti. Con il Pdl in pressing su cuneo e tassazione degli immobili. Anche per questo motivo il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, torna a chiedere con forza la convocazione della cabina di regia da parte del Governo. Anche il Pd affila le armi. E ora, oltre che su detassazione sul lavoro, statali e pensioni, punta l’indice contro i tagli previsti per il comparto giustizia. Quella in arrivo è una vera ondata di emendamenti che potrebbe tradursi nell’ennesimo assalto alla diligenza.
Intanto il responsabile fiscale di Scelta Civica e vicepresidente della Commissione Finanze della Camera, Enrico Zanetti, con tanto di numeri alla mano sottolinea che «a conti fatti, la parte della manovra che impatta sulle entrate fiscali determina nel 2014 riduzioni per 8,1 miliardi e aumenti per 9,5 miliardi, con un effetto netto a favore dello Stato di 1,4 miliardi». Nelle poste dare/avere con il fisco il saldo netto per le imprese tra tagli al cuneo fiscale, incremento dell’Ace e deducibilità Imu al 20% da una parte, e rivalutazione dei beni, stretta sulle compensazioni e tagli ai crediti d’imposta dall’altra, nel 2014 sarebbe pari a soli 118,7 milioni. Secondo Zanetti, dunque, «tutto si può dire di questa manovra, tranne che riduce la pressione fiscale».
Il Sole 24 Ore – 24 ottobre 2013