
Stanzione (Garante Privacy): “No alle scorciatoie tecnocratiche della biosorveglianza in pandemia”. Sì al diritto alla disconnessione per i lavoratori da remoto e al «bilanciamento equo tra sanità pubblica e privacy»
La Stampa. La relazione del presidente dell’Authority sulla «protezione dei dati e le nuove vulnerabilità». Sì al diritto alla disconnessione per i lavoratori da remoto e al «bilanciamento equo tra sanità pubblica e privacy»
L’obiettivo è il «bilanciamento equo» tra sanità pubblica e privacy. Per garantire «l’effettività del diritto alla protezione dei dati personali», assicura nella relazione annuale al Parlamento il Garante della Privacy, Pasquale Stanzione che ribadisce l’impegno per «assicurare le garanzie necessarie alla riservatezza». Sì al «diritto alla disconnessione, da esercitare senza pregiudizi per il lavoratore», così da «impedire l’eccessiva osmosi tra tempo di vita e tempo di lavoro che rischia altrimenti, con lo smart working». Senza «vanificare alcune tra le più basilari conquiste del diritto del lavoro». Per le amministrazioni pubbliche esiste il rischio nell’emergenza Covid di «disvelare, sia pur indirettamente, dati sulla salute».
Equilibrio
«Si sta affermando con forza progressivamente maggiore la consapevolezza del valore di questo straordinario diritto. Nel giusto equilibrio tra privato e pubblico, tra diritti e solidarietà- afferma il presidente dell’Authority-. La più grande forza di questo diritto, mai dispotico, è infatti la sua “mitezza”, la sua capacità cioè di realizzare inattese sinergie con i vari interessi in gioco».
Trasformazioni
Infatti, secondo il Garante della Privacy «la funzione sociale della privacy è resa ancor più evidente in una congiuntura, come l’attuale, contraddistinta da rilevanti trasformazioni nel rapporto tra singolo e collettività, tra libertà e poteri, che rendono questa una stagione quasi costituente sotto il profilo della garanzia dei diritti». Inoltre, aggiunge Stanzione, «la permanenza della condizione pandemica ci ha insegnato a convivere con le limitazioni dei diritti, tracciando tuttavia il confine che separa la deroga dall’anomia, dimostrando come la democrazia debba saper lottare, sempre, con una mano dietro la schiena».

No alle derive autoritarie
«Ma quella della democrazia liberale contro le derive autoritarie è una vittoria da rinnovare giorno per giorno mai dandola per acquisita, come ha fatto l’Europa che ha dimostrato, anche in quest’occasione, di saper coniugare, senza contrapporle, libertà e solidarietà, sfuggendo alla tentazione delle scorciatoie tecnocratiche della biosorveglianza- evidenzia il Garante-. E se la traslazione on line della vita e la funzionalizzazione, a fini sanitari, della tecnica è stata possibile senza cedere allo stato di eccezione, ciò non ha comunque potuto impedire una profonda trasformazione sociale, culturale e perfino antropologica di cui la pandemia è stata un catalizzatore, rivelando quanto sia profonda l’interrelazione tra la nostra vita e il digitale».

Piattaforme
Prosegue Stanzione: «A partire dai primi mesi di lockdown e con effetti, tuttavia, verosimilmente destinati a perdurare, alle piattaforme è stata affidata la stragrande maggioranza delle nostre attività quotidiane; la parte più significativa degli scambi commerciali è avvenuta on-line, persino le prestazioni sociali più rilevanti (dalla scuola all’università, dai servizi amministrativi alla giustizia) sono state erogate da remoto». E, punntualizza il Garante, «in fondo, se il distanziamento fisico imposto per esigenze sanitarie non è divenuto anche sociale, lo si deve alle nuove tecnologie, capaci di ricreare nello spazio virtuale quei legami impediti nel reale, pur costringendoci a ripensare il sistema delle garanzie nel passaggio dall’off-line all’on-line»